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Oh Musa

dedicata ad Alda Merini

tormento
non sente più
pulsare le vene
immobile
la mano sul foglio
resta in attesa
pensieri
sopraffanno
offuscano
si abbandonano
al nulla 
Oh Musa
dov’è
il tuo profumo
le tue carezze
il tuo senso
che mi rende viva?
senza te
sono nulla
dove i miei sogni?
sbriciolati in cenere
sparsi
tra le pieghe del cielo
corri
oh Musa
afferrali
e portali qui
li colorerò
ancora
rossi d’amore
per te.

Grazie Alda  non ti dimenticheremo

Il Paradiso è altrove

 

La perdita della primitiva essenza. Dal paradiso dell’Eden alle strade affollate, alle parole di incomprensione, alla totale assenza di empatia, alla ricerca della bellezza priva di sostanza.

Il Paradiso è altrove di Mario Vargas Llosa ci parla di Flora Tristan e suo nipote Paul Gauguin, delle loro speranze mai estinte di ricongiungimento con la matrice originaria: La natura, la madre, l’unica, la più grande.

Il suo romanzo ci trasmette in modo tangibile la loro ribellione nei confronti di tutto quanto uccide la bellezza quella vera, quella che sgorga dalla piena vitale pulsazione dell’essere quando non è costretto in abiti troppo stretti e non è ottenebrato da un pensiero antivitale dettato dalla depressione e dalla paura e dalla necessità di un allineamento formale che gli grantisca una illusione di sicurezza al riparo di quanto non ha mai un vero riparo:

 

La Vita.

 

Flora, figlia illegittima di un notabile peruviano con alle spalle un matrimonio disastrato, tre figli, refrattaria ai rapporti amorosi, Flora incarna l'emblema della proto-femminista con il sacro fuoco della giustizia e degli ideali di uguaglianza sociale... Leggi tutto »

Odo sogna

di Odo Tinteri

Il mio mestiere è costruire sogni da vendere a chi non ha fantasia. La mia fantasia costruisce avventure a chi non può comprare sogni I sogni sono nelle mie mani che parlano di emozioni…..le mie,…forse… Odo ,è un ambulante sulla costa di un mare,…. di desideri

Il giorno, il mare ed io

Il giorno, il mare ed io

saremo vivi domani.
Oltre la coltre della notte
saremo vivi anche domani
tra le vie adombrate
i nostri occhi scalcinati
lampioni dimenticati.
Il nostro futuro sempre
con la testa volta indietro.

©Carlo Alberto Simonetti

Dalla raccolta edita: Vicoli ciechi e usci

Appena un sì in un sorriso

Lirica di Vittorio Fioravanti

Fumo e un colpo di tosse
odore di pane caldo
la sigaretta stretta fra le dita
rosse mele in un cesto
marmellata di more
un fiore e un piattino
di frutta candita

Prima colazione a letto
dove abbiamo con ansia
in questa lunga notte
fatto insieme l'amore
una volta soltanto

Grazie mi dici caro
e m'accarezzi la mano
ma fissi nella tazzina
la schiuma muoversi
del cappuccino

Ero sceso in cucina
lasciandoti sola nel sonno
sul cuscino e le coltri
ricoprendoti il seno

E tu m'invochi tesoro
mentre sorseggi
sbirciando fuori se piove
un braccio teso in alto
con uno strano sbadiglio

Vano il richiamo mio
chiudendo l'uscio
per riabbracciarti
non sai più dirmi t'amo
vecchio mio seduttore
senza neanche uno sguardo
appena un sì in un sorriso
colto riflesso
sullo specchio appeso

Novembre 2007

Alda Merini

 

Io come voi
Io come voi
sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori
dal mio desiderio d’amore.
Io come voi
non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi
ho pianto, ho riso e ho sperato.
Io come voi
mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi
ho soccorso il nemico,
ho avuto fede
nei miei poveri panni
e ho domandato
che cosa sia il Signore,
poi dall’idea della sua esistenza
ho tratto forza
per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi
ho consumato l’amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi
sono tornata alla scienza
del dolore dell’uomo,
che è la scienza mia.
 

 

L’amore della povera gente
La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
 

 

 

Ciao, Alda

Ciao, Alda. Ci mancherai.

Foto ricordo

Lento l’anello d’acciaio scorre lungo il mio corpo,
rumori metallici di ruote che scivolano su guide
come rotaie che indirizzano treni per mete lontane,
rimbombano nel silenzio irreale della stanza blindata.

Led colorati danzano nel buio di palpebre chiuse,
ti legge vestito, ma ti interroga nudo, implacabile
fruga cercando gli errori che una natura fallace
con indecenza compie senza rendersene conto.

Ecco, il tour è finito, resto in attesa delle foto ricordo
del viaggio che un alieno ha fatto dentro di me.
Le applicherò sul passaporto della vita sperando
che venga rinnovato, pronto per il prossimo viaggio.
 

Consumare necessario est

su questo semplice tavolo
dove stendi il corpo
celebreremo il rito dei sensi
come fosse un altare
sparsi i capelli a grondare
fuori dai bordi
allargate le braccia
come volessi essere croce
alte le colonne eburnee
vestibolo dello scaturigine
di tutti i desideri e piaceri
vuoteremo la coppa
che ci tiene avvinti.

 

Dedica a chi non leggerà, dedica a chi è andato via.

Il prezzo, sai, è un pò il mare, sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare.
Il tempo trascorso, il tempo passato, il passato stesso, è un frammento. Un frammento senza capo nè coda. Un frammento destinato a bruciare tutto in una volta. Come una busta di plastica ondeggiata dal vento, ogni cosa ha il suo apice, che può durare magari anche sei anni, però poi, altrettanto lentamente e inaspettatamente, come ha raggiunto pazientamente l'acme cade. Sprofonda leggero cercando di essere quasi indolore, ma poi indolore non è.
Ci si rende conto come tutto ciò che hai avuto è destinato ad essere soppiazzato da un qualcosa di ineluttabile. Però pensandoci ineluttabile non è. E' sempre una questione di priorità, di scelte. E' dolce governare la propria vita attraverso delle scelte, che giuste o sbagliate che siano sono il semplice risultato della propria razionalità o del proprio istinto. Non è affatto dolce, invece, quando la propria vita è dominata da scelte altrui. Scelte che non condividi, scelte che arrivano come una pugnalata al cuore per lasciarti così, in silenzio a farti domande a cui non avrai mai una risposta. 
Nulla è per sempre, tutto ciò che viviamo è solo il riflesso di semplici frammenti, che uniti tutti assieme costituiscono una vita. 
Quando ci si trova col coltello conficcato tra le scapole, quando il mondo, che per tanto tempo è stato sospeso su di un filo sulla tua testa, ondeggia troppo fino a perdere l'equilibrio ti fracassa la schiena la sensazione che senti non ha parole.
L'unica non risposta che si ha a quelle domande è che doveva finire così. Come un regalo prezioso custodito con ingordigia che inevitabilmente prima o poi si frantuma sul tappeto.

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