Alla fonda
Alla fonda immobile con sotto le nuvole
a correre lievi sulle acque scure del lago
la barca miraggio tra me e l'isola appare.
Sto piegate le vele fermo all'imbarcadero
e cupi pensieri voglio annegare nell'onde
desiderando leggero un altro volo di vento.
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Un respiro
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a mio padre
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Mamma...
Parlami ancora mamma,
dentro l'anima del mio amore
Raccontami di te,
della tua vita faticosa...
della saggezza e dei silenzi,
ricchi di parole...
Dammi le tue mani,
che adesso tremano per la paura di invecchiare...
di non esserci più nelle mie giornate
come manto protettore del dolore...
Ti parlerò ancora e ancora,
nella tua anima dimorerò
e ivi racconterò al tuo cuore
i miei silenzi, le mie angosce...
Tu, candida creatura,
ascolterai,
poggiando l'orecchio al petto:
tutto il mio amore tu sentirai
e allora stanca
riposerò sulla tua ferma spalla....
Poetanelcuore & Rosemary3
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Alla giovane contadina che mi arò passando.
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Ricordando Alda Merini
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Cecilia
Stridono i violini
in agonia,
ali s’inventano
in spazi senza volo.
Suonano, suonano
girano d’intorno,
si fanno rondine
che non sa migrare.
E sono pugno di terra
da mangiare,
d’aria assetati
ignari delle mani,
note superbe
scappate tra le grate.
Pregano adesso
ancora, senza sosta
e tu, di madre assente
e ignoto padre,
regali loro
l’abbraccio dell’archetto,
un corpo a corpo
impossibile
col mondo.
Stridono, Cecilia,
i tuoi violini
dentro un commiato
che non ha parole.
Sarai domani, lieve,
sopra il mare,
l’orizzonte tacito davanti,
come musica
sommessa
senza sbarre.
(Qs poesia si ispira al libro Stabat Mater di Tiziano Scarpa che mi ha particolarmente colpito. Cecilia è un’orfana sedicenne accolta nell’ospedale della Pietà di Venezia; insieme alle sue compagne suona il violino nell’orchestra dell’orfanotrofio. Ha modo di conoscere Vivaldi e la sua musica, ne subirà l’influenza ed eserciterà a sua volta un influsso sul compositore, ma alla fine dopo aver suonato per un giorno e una notte intera fino a stramazzare al suolo, deciderà di scappare da quella che è comunque una prigionia dove può suonare solo protetta da grate che si erigono tra lei e il mondo)
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Dolce novembre
Non sembrano novembre
questi giorni appassionati
e forse non devono essere
sempre così i nostri momenti
che ci prendono come una tormenta
e tutto intorno ai sensi al cuore girano
sensualmente deliziosamente
o ne moriremmo dal timore
che il fato invidioso geloso
di questa felicità di questa gioia
come un vento invernale
freddo cattivo ce li porti via.
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Nuovi e vecchi muri
“ No man is an island”, Leggi tutto »
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Odo sogna
Il mio mestiere è costruire sogni da vendere a chi non ha fantasia.
La mia fantasia costruisce avventure a chi non può comprare sogni
I sogni sono nelle mie mani che parlano di emozioni…..le mie,…forse…
Odo ,è un ambulante sulla costa di un mare,…. di desideri
di Odo Tinteri
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