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autoritratto da giovane

Odo Tinteri

quando volevo domare il mio grande cavallo bianco

Che fare

che fare se
non mi posso impedire
di pensare a labbra
che stringono petali di rosa
e bocca che affonda
nel calice e assapora
il nettare dorato che ci trova.
al velluto di seta glabra
palpabile suadente coprente
il giardino di delizie
ch'è aperto sempre senza riserve
alle mie nuove brame.
se perdo contezza del tempo
che scorre 'sì velocemente
quando l'aroma del bosco
misterioso e fervido
vellica le mie nari
e carezze piumate
si spargono su me
per darmi felicità
continuamente.

Laggiù l'aurora

vuolsi di pietra il mio cuore
poiché nessuno ci si poggia più
non ho cuscini di seta da frapporre
tra quel che sento e quel che voglio
ormai
troppi vetri di fiele ho tracannati
inginocchiatoi puntuti ho consumati
e le palpebre abbassate ogni qualvolta
non fui di quelli all'uopo programmati
fossi gagliardo come tizio o caio
quelli che fanno in versi ogni parola
che il baciamo sanno egregiamente
pur di reggere il lembo di una gonna
direi a lei e a quall'altra ancora
guarda laggiù bello si spande ancora
un rosa pervinca, che sia l'aurora?

ai bordi del cerchio

ai bordi del cerchio
 
ai bordi del cerchio
di questa mia vita
mille volti
mi guardano
chi ride
per ciò
che ho donato
chi piange
per gli errori
commessi
chi ha lo sguardo
 irritato
per ciò
che non ho saputo
comprendere
 
e giro
su me stessa
in questo vortice
di voci
di pianti
di urla
chiusi
dentro la mia mente
si incrociano tra loro
mischiandosi
 
finché
 mi blocco
e sento il vuoto
untuoso
scivolare
sulle pareti
imbrattate
del mio stomaco
allora
allargo le braccia
e mi rituffo
impaurita
nel vortice
spazzando via
tutto e tutti
distrutta
mi accascio
e finalmente
piango.

Addio ad Alda...

Anima affamata
alfin arresa agli affanni...

Afflitta ami,
andando ad amorevoli approdi
appena avvolgi
avanzi audaci...

Attese assai appaganti,
appena appena amiche,
abbracci allievi affettuosi,
addestrandoli ad altri abiti...

Addio, Alda...
 

Ogni dubbio

Perché sono qui? Mi chiedevo ancora intontito dall'anestetizzante Intorno, nel fioco bagliore di una lampadina appesa ad un filo che penzolava come un sudicio cappio, le cose mi sembravano ancora indistinte, prive di quella chiarezza che te le fa riconoscere nel loro significato intrinseco...La testa mi doleva come se una mandria di bufali, arrabbiati, avesse preso possesso del luogo fregandosene del mio divieto...Eppure, se non ricordavo male, a livello pratico, era stato così. Due energumeni erano entrati nell'appartamento sbattendomi a terra e, dopo avermi imobilizzato come un salame, avevano dato il via ad una perquisizione in bello stile...Erano stati talmente veloci che prima che potessi reagire ero stato messo a tacere senza colpo ferire. Ma chi erano, ma soprattutto cosa volevano da me...Da sul divano li potevo vedere. Si muovevano velocemente, le mosse erano da professionisti e, mentre agivano, nemmeno una parola. Silenzio...silenzio e ancora silenzio. Il primo mio pensiero si focalizzò sulla rapina, ma subito dopo qualche istante, vedendo come si muovevano, la scartai a priori. Cercavano qualcosa, ma cosa...Ero completamente frastornato e cominciavo ad avere paura, anche perché, dopo una ventina di minuti, visto che ciò che stavano cercando non era stato trovato, di comune accordo decisero di portarmi fuori. Uno dei due prese un cappuccio e, infilandomelo in testa, disse secco "Non parlare e non cercare d'attirare l'attenzione...e non ti accadrà nulla". Ridicolo. Come avrei potuto parlare. Il bavaglio, che mi serrava la bocca, era così stretto che non sarebbe uscito neppure un fiato. Compresi che mi stava pendendo in giro e l'ultima cosa che vidi della sua faccia fu il suo ghigno. Poi fu solo buio e svenni. Mentre stavo lentamente riprendendomi, in lontananza, percepivo rumori di traffico cittadino. Leggi tutto »

Nascosta

 
Nascosta tra le tue braccia
mi sento protetta
sicura qui con te
lontana dal mondo intero
dalle paure dal buio
da quel tunnel che vuole divorarmi
inesorabile minaccioso
mostro tremendo
dalle fauci spalancate
implacabile.
Resterò avvinghiata
alle tue gambe calde forti
protettive
fino a quando lo vorrai
soltanto un’ora ancora
dimenticare
lasciare alle spalle tormento
e solitudine
per sprofondare nel tuo calmo
mare blu.

Gocce

Gocce sono solo semplici gocce
scivolano dai pendii dei monti

si tuffano nelle pozzanghere
nelle strade
nei prati
si posano su quei petali di rosa

si gettano nel vuoto
brividi di paura
brividi di vita pura
senza sapere dove poi potranno cadere

 solo l'ebrezza del volo
che porta sensazioni
vibranti ti vita

gocce semplici gocce
che straripano dall'anima
per scivolare lungo i confini
della mia pelle
umida di rugiada
umida d'amore
per te
che sei sempre nel mio cuore !!

By Raffaella

Coraggio

vieni
alzati spogliati liberati
seppur solo un momento
lascia cedere le vesti
del giorno consumato
godi della brezza fresca
della nuova sera che per mano
complice ci porta
nella nostra notte vera.
semmai un pensiero
ti pungesse intanto
da posar sulle palpebre
un rimorso
aprili guardami sorridimi
non c'è colpa fatal
quanto un rimpianto.

Non aver fretta

Lascia alla vecchiezza il tempo
di dipingere ancora rughe sul mio viso.
 
Aspetta: lascia che i miei Oggi
possano divenire tanti Ieri
da ricordare serenamente Domani.
 
Non aver fretta: quando mi vorrai
Ci sarò
 
Orofiorentino

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