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Ebb tide.

Dove è poesia

Dove muta riposa la luna
e abitano i sogni nati
da cuori songhiozzanti
Dove è musica una carezza
fatta di zucchero filato
Là,dove gridano silenzi
distese di amanti
in prati abbandonati
Qui,dove brucia il tempo
e si rinnova la speranza
da un sogno che duole
e da un'illusione che muore
E' qui che prendo il mondo
e lo restituisco in versi
Una volta finito il gioco
si riprende fiato
si rilegge la bianca pagina
di una vita che sbriciola certezze
A mani conserte ripongo i segreti
per sussurrarli al prossimo vento
e inondo con canti e lodi
i vuoti nascosti del mio sentire
 

a strappi

Vorrei rinascere
nell'attimo esatto
del tuo ultimo bacio
che era ancora inverno
Perchè ora il mio sangue è polline
e non so più scrivere
nè respirare amore
ma solo tossire a strappi
 

Me ne vado!

Era lì, seduto sui calcagni. Quasi stanco e non per gli anni. Gli anni: settanta forse, certo non di meno; intorno, un cerchio di bambini appena puberi: qualcuno anche meno.
- Dai, tira! Tocca a te. - I bambini sono tutti ansiosi. Vanno di fretta e la suspence non li aggrada. Hanno tempo, ma pure tanta corsa: grandi subito o altrimenti sempre infanti.
Lui, invece, calmo; convinto che nulla potesse più sottrargli la ragione dell’età. Abile nel rubare qualche spazio con scuse assurde e discussioni taciute a suon di “me ne vado!”
 
Più piccolo dei piccoli, più corto di vita di quelli appena nati, poggiava l’indice della mano opposta al tiro nel punto di lancio, col braccio che nel tendersi spingeva la spalla in avanti a guadagnare centimetri, perchè la distanza nell‘abbreviarsi rendesse più precisa la direzione da imprimere verso la buca e il rilascio sapiente della biglia alla fine dello slancio.
Non potevano notare quella furbizia: era naturale!, tanto da averlo salvato da tre guerre infami e da chissà quali tempeste di gioventù. Non ce lo volle dire mai, forse perché il buio della vita lo si tace al cuore chiaro dei bambini.

Ode ad Athena

O Dea,
nel divino sguardo assorta,
contempli dall' Olimpo
il cammino di noi umani.
Il tuo cuore caldo
batte dietro vitrei occhi impassibili,
il tuo petto impazza,
ma compostezza e orgoglio
incatenano la tua Anima.
Perchè, o Pallade,
ostinata è la tua fronte
e contorto il tuo sorriso?
Liberati, o Athena,
dalla coltre della coscienza,
sappi, come Ninfa,
godere dei frutti di Gea,
abbandonati a Sonno,
di cui Zeus è timorato
e lasciati incantare dalle melodie di Morfeo.
Riposa, o dolce Dea,
torna bambina
e ridona al tuo cuore la spensieratezza
che Fato recise al tuo primo vagito.
 
Alexis
13.01.2009

Red over pink

La pesca, traslucida
che irrompe, scolora la notte
 
da suono
epitelio di sangue sottile
 
semplice improvvisa le sue danze
tra mani rilascia fiori
 
primavere di natura madre, quei frutti
tra foglie tenere
discorsi stillati
solitudini
placate di vento ed autunni
confonde di rosa sbocciati in bocca
 
così l'uno
il due
 
 mark rothko: red over pink
 
 
 
J.S. Bach, Allemande,VI;
Claudio Ronco, violoncelle baroque

m'assedio sfinita

Finalmente pin
m'arrendo
 il tuo fresco riso
 è la migliore arma
per combattermi
e sta con me 
gemma primavera
ascoltandoti.
si è bruscamente risvegliata
e del sole ha aumentato i watt.
o mio zuccherino dolce
 mi sciolgo
a quel suono allegro che fai,
fai domino.
 si ripercuote tutto
e mulinello i fianchi
al ritmo di un flamenco.
ma non ho più vent 'anni
e le colonne che impediscono 
a vista l'accesso alla porta del tempio ,tremano,
come se un terremoto
interno e burlesco
volesse corromperle,
indecise sussultano
e in brividi raccolgono gocce fin sulle caviglie. 

compulsivo (?)

ho messo
la bisaccia dei lai
a tracolla dei miei passi
per andare dove mi resta da vivere
senza ascoltare più il canto delle sirene
che i patimenti dell'anima hanno già fatto
infrangere il rostro sugli scogli la scorsa estate.

Il viale degli alberti tagliati

E questa macchina che corre
lungo il viale che va al mare
e tu che sorridi
con le tue mani
sulle mie.
 
Un gregge,
un gregge di pecore nere,
che strano
e tu silenziosa che mi guardi.
 
Gli aironi anarchici
nel lago salato
a cercare piccoli pesci
che sfuggono al luccio,
aironi liberi
che scrutano il cielo
e le nuvole di un Dio multiforme.
 
Dimmi dei tuoi figli
dimmi di quella casa
dimmi di questa vita
perchè non voglio morire
prima del mare.
 

Haiku

la nebbia cola
candelotti accesi
l'inverno si dà

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