Com'è strano quando l'intero corso di una giornata, la soluzione di un dilemma che ci affliggeva magari da giorni, trova risposta così, in un gesto avventato, in un errore di distrazione che ci riporta alla mente situazioni passate in cui quello stesso gesto, quello stesso errore, in realtà era un'azione che un suo senso l'aveva.
Oggi è una giornata uggiosa e fredda. E' giugno ma pare autunno. Quando ci sono queste tonalità di grigio a sfondo delle cornici di legno scuro delle finestre, mi ritrovo sempre a fare quattro conti sulle mie giornate, sui miei anni.
Ne ho solo 31 o ne ho già 31. A seconda di quali aspetti vogliamo vedere in questo excursus di tempo, ho fatto molto o nulla.
Per molti miei amici e conoscenti, per avere 31 anni, ho vissuto una vita molto intensa. Per me, che ho vissuto questo tempo in prima persona, si è trattato per lo più di attendere qualche momento di emozione intensa.
Un percorso un po' altalenante fatto di stasi e picchi di gioia.
Ora non so se le persone a me più vicine mi conoscano davvero o hanno avuto modo di conoscere una delle tante maschere con cui mi rapporto al mondo, oppure sono io, che tra i tanti aspetti che mi compongono, mi sono fossilizzata su uno dei peggiori e non riesco a vedermi nell'insieme.
Sono sempre stata una di quelle persone che non ha mai voluto dare ascolto ad un parere, ad un consiglio che non fosse quello della sua voce interiore.
Ma siamo proprio sicuri che questa voce non si sbaglia mai?
Nel bel mezzo di questo marasma di pensieri e teorie mi stavo preparando una limonata calda.
A pranzo ho leggermente esagerato con il condimento e non ho più 20 anni, quando digerivo anche i sassi.
Ecco.. il metabolismo è una di quelle cose che a 31 anni ti fa pensare che forse, stai cominciando ad invecchiare. O forse sono io, che finché mi fermo a pensare, non brucio tutta la vita che dovrei.
Non lo so.. oggi il dubbio la fa da padrone.
Dicevo che ero in cucina a prepararmi una limonata calda.
Ho spremuto mezzo limone in una tazza e ho aperto il barattolo dello zucchero per addolcirla un po'. Come mio solito fare, invece di prendere un cucchiaino per dosare lo zucchero, ho preferito inclinare leggermente il barattolo per farlo scivolare nella tazza.
E pensare che tutti mi lodano per le mie capacità, in cucina, di calibrare le dosi degli ingredienti. Ma io sinceramente penso che se fossi stata in grado qualche volta, di darmi delle dosi precise, la mia vita ora sarebbe molto, molto diversa.
Inutile dire che lo zucchero finito nella tazza era troppo. Il succo di limone lo ha imbevuto e il pasticcio ormai era fatto.
Quando ho visto tutta quella polvere bianca, ho pensato al picco glicemico che avrei avuto se non ne avessi levato qualche cucchiaino e mi fossi bevuta la limonata così.
L'età adulta e la conoscenza portano sempre a vedere le cose nella veste peggiore che possono avere.
Ma mentre mi affrettavo a levarlo, mi sono fermata per un momento ad osservare il cucchiaino colmo di zucchero umido di limone ed è riaffiorato un ricordo d'infanzia.
Quando ero piccola, mia nonna era solita spremere un po' di succo di limone in un cucchiaino e addolcirlo. Me lo faceva sorbire quando avevo il singhiozzo e avevo mangiato troppo. Diceva che faceva digerire. Era buonissimo, così dopo ogni pranzo mi presentavo in cucina con la mano nello stomaco, facendole credere che mi facesse male.
Aspettavo la pozione miracolosa e schizzavo a giocare fino a sera.
Ricordare mi ha fatto ridere.
Così ho preso il limone avanzato, l'ho spremuto nel cucchiaino per diluire lo zucchero e l'ho portato alla bocca alla faccia della glicemia e dei chili.
Era da una vita che non percepivo più i granelli dolci tra i denti e l'aspro del limone che ti fa contorcere la bocca.
Mi sono sentita leggera.
Come ravvivata.
Ho spento l'acqua che bolliva e ho lasciato perdere le limonate.
Forse per digerire la vita a volte il trucchetto migliore è ricordarsi che tutto è un gioco, come percepivamo quando eravamo piccoli, preoccuparsi meno dei 10 grammi di zucchero in più che si assumono e non rinunciare mai alla giusta dose di dolcezza che dobbiamo concederci per sentirci veramente bene dentro la nostra pelle.
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