Scritto da © Winston - Dom, 01/02/2015 - 19:40
Non le ho contate le giornate della vita
nelle quali il mare è stato grigio, e il cielo;
non ho conteggiato quanti sono stati
gli equinozi in cui il sole ho veduto sorgere
ed ho prestato attenzione al suo tramonto;
ho distinto il mare e il cielo in base alle colora-
zioni loro: luminosi smeraldini, nuvolaglie
onde battenti, grandini e foglie sui miei grappoli
tempeste a rattristarmi gli occhi; le notti
cercavo le luci inebrianti di città
non solo per volarvi sopra, ma per scendere
da un tappeto che non era più mio, fermarmi
ad ognuna delle case, nei gradini e vicoli
volte e corridoi d'improvviso chiusi, pattumiere
fumose che avessero un calore da donarmi, tiepido;
effimero quale può essere una sera tra le molte
fino ad un mattino nel quale un sorriso di sguardi
sul risveglio, velato stretto, si è mostrato da un battente;
ostruendomi la porta, lasciando irrisolta la sua verginità.
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