Scritto da © Winston - Dom, 14/12/2014 - 16:26
Tra colline esperte, al fondo dei loro canaloni misti
smeraldotopazio, i loro cranii ossuti, i sogni
di chi a badilate prova a riprender rotte
Ed è un cammino. Lunga, questa processione senza un vera croce
di chi vorrebbe stare a guardarsi il cielo, dormire, risvegliarsi
pregare alle calde vette degli alberi:- il vostro rumore, pioppi
Non fatelo sopire. È così vicina, implume l'orchestra che suona
filtrante l'archetto, il pettirosso, da invitarvi. Un solo gesto del capo:
reclinare il mento
Lasciarvi a meritare l'erba fresca avvicendarsi, rigogliosa dopo la secca
chiudervi gli occhi ad uno ad uno erranti. La buona creanza
verso un padre una madre buoni: traversare il fiume
Che altro dovrei dirvi della neve, dei laghi e sulle coste larici, abetaie, della stagione
delle fragole, del viola, le primule, dei datteri, i termitai mangerecci
nell'emisfero sud
Delle iguane, dei fichi di cui sono ghiotte
Che altro che ritrovarsi a girottare in tondo su una sedia, l'esser soli tali
un tordo passeraceo e due rotelle messe lì, sedute
Voli delle rondini?
Il fatto che non ne esista uno, indimenticato. Ognuno troppo insetto
ogni tumulo appartenga ai propri insetti, ai démoni celesti.
Imperi: reclinare il mento ancora non abbasti, dormire non abbasti.
Né sentimento di colline, viadotti.
“Across the River.”
Ed è un cammino come un altro.
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