Scritto da © William Blake - Lun, 27/05/2013 - 00:39
Una volta un sogno tessé un'ombra
sul mio letto protetto dall'Angelo:
era una Formica che s'era persa
sul prato dove mi sembrava di giacere.
Turbata, confusa e infelice,
sorpresa dal buio, stanca del suo andare,
sopra un ramoscello aggrovigliato,
con il cuore spezzato la sentii dire:
"Oh, i miei piccoli! Piangono?
Sentono il padre che si lamenta?
Prima guardano lontano per capire,
poi tornano e piangono per me".
Commosso, cominciai a lacrimare;
ma lì accanto vidi una lucciola,
che rispose: "Chi si lamenta e
chiama il guardiano della notte?
Io son qui per illuminare la terra,
mentre in giro se ne va lo scarabeo:
segui adesso il suo ronzio;
piccolo vagabondo, affrettati verso casa."
Once a dream did weave a shade
O'er my Angel-guarded bed,
That an Emmet lost its way
Where on grass methought I lay.
Troubled, 'wilder'd and folorn,
Dark, benighted, travel-worn,
Over many a tangled spray,
All heart-broke I heard her say:
"O my children! Do they cry?
Do they hear their father sigh?
Now they look abroad to see,
Now return and weep for me".
Pitying, I dropp'd a tear;
But I saw a glow-worm near,
Who replied: "What wailing wight
Calls the watchman of the night?
I am set to light the ground,
While the beetle goes his round:
Follow now the beetle's hum;
Little wanderer, hie thee home".
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