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Sei inutile

Nel primo momento fu un miscuglio di emozioni, dal senso di liberazione fino alla sensazione che dà l'aria frizzante del mattino che invade le vie respiratorie e seppur non intensamente, fa lacrimare.

La giornata precedente era stata un disastro, dal litigio con la moglie, con tanto di insulti e spintoni, per arrivare alla promessa fattagli dal figlio di dimenticarsi, da quel momento, il suo nome, condita da un bel “fallito” non detto, ma chiarissimo nello sguardo del ragazzo a metà fra disprezzo e compassione. E questo bruciava più di qualsiasi cosa, contorceva le budella ed alla fine ci si poteva davvero sentire dei falliti, anche se non aveva mai dato peso a certi termini come “fallito, vigliacco o eroe” così come pure “vincente”, perché li considerava termini partoriti da una società malata di protagonismo, esasperazioni di un mondo che non gli apparteneva.. Ma queste furono solo le conseguenze del fatto che, più di tutti, aveva caratterizzato il giorno precedente e cioè il vero fallimento, quello della sua azienda. Quello non stava negli sguardi o nelle parole, ma nelle fatture inevase, nel magazzino carico di merce invenduta, nei creditori che si presentavano di persona per imprimergli nella mente la loro rabbia. Era terribile vedere negli altri la stessa disperazione che lo attanagliava, era come guardarsi allo specchio e capire di esservi imprigionato, senza vie di fuga.

Chiaramente le aveva tentate tutte, dalla svendita a prezzo di costo fino al più doloroso dei tagli, quello del personale. Dieci operai e due impiegati che, uno alla volta, aveva dovuto guardare negli occhi per dar loro la notizia più brutta. Ma cosa poteva fare, s'era giocato tutto e non potevano che accusarlo di essere stato troppo onesto. Già, perché i furbi se la cavano sempre, lasciando gli altri nel fango ad annaspare, mentre loro col completo alla moda, sgasano con la fuoriserie sempre lucida e senza graffi e poi sorridono quando affoghi.

In quel momento l'aria si fece più pesante, il respiro affannoso e la velocità invitava in maniera pressante a chiudere gli occhi, sebbene non servisse. Il fazzoletto gli scivolò dalla tasca della giacca.

Allora anche i pensieri scivolarono all'indietro per ritrovare tempi felici. Lui e lei dentro la piccola utilitaria, sorrisi e passeggiate sul lungo mare in una splendida giornata, ma uguale a tante altre, rigogliosa di promesse e di energie da consumare. Quando la giovinezza è al potere, non si ferma a raccogliere i dettagli, che invece ritroviamo allo svanire delle certezze e ad essi ci aggrappiamo per rivivere ancora un attimo felice. Così, l'inflessione delle sue labbra, un certo cenno del capo od il distendersi delle gambe sul divano, diventano l'appiglio a cui sostenersi per credere che, in fondo, nulla sia cambiato. Questi pensieri rimbalzavano nella sua mente senza una apparente connessione con i fatti del giorno prima, ma in meno di due secondi aveva ripercorso i suoi giorni più felici fino all'attuale situazione, accorgendosi di quanta lucidità ci fosse in quei pochi attimi ed in quale foschia si vivono, a volte, anche gli anni migliori. Anche se, a dire il vero, non rimpiangeva niente del suo passato, perché aveva vissuto seguendo le sue idee senza far male ad alcuno, almeno non consapevolmente e infatti aveva sbagliato esattamente come fanno le persone sincere, senza volere. Ma tutto quanto non era bastato, anche se quell'ultima analisi gli aveva riaperto la mente. Quali pene alla fine avrebbe dovuto scontare, quale, il fine per dovervi rinunciare..................

Non valeva la pena, non c'era più il motivo, non adesso che aveva capito, ma non poteva più tornare indietro. Avrebbe voluto, con tutte le sue forze, ma era troppo vicino. Gli sopraggiunse beffardamente il ricordo di un servizio della TV, o meglio un solo frammento, nel quale la voce diceva – a metà della corsa, risulta che oltre il cinquanta per cento vorrebbe tornare indietro.........

Già questo è vero, pensò mentre dalla tasca dei pantaloni un piccolo foglietto si liberò dalla stoffa e svolazzò per qualche secondo prima di posarsi sull'asfalto, accanto al suo corpo che così terminò la corsa. Anche il fazzoletto arrivò a destinazione, ricoprendo il bigliettino sul quale erano stampati sei numeri, che la signorina della TV, quella sera, ripeté esattamente identici ed in ordine crescente.

Ma questo non ha importanza, son sicuro che all'uomo non sarebbe importato.

 

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