Scritto da © voceperduta - Lun, 10/02/2014 - 14:10
I. IL SIMPOSIO
- Nunzio, guai a te se mi fotti il copyright!-
- Ma che dici, io non bado proprio a queste cose...
- Ah, si? E cosa stai facendo con quella lente d'ingrandimento?
- Sto...sto...valutando ...ecco..
- Lo so io cosa valuti tu... sporco contrabbandiere di firme!
Più o meno Nunzio Fascalis e Moreno Hegard ciarlavano sempre sulle medesime cose.
Richiama tu i nuovi pubblicisti, scarica gli ultimi aggiornamenti del servizio e-pub, controlla le ricevute battute da BookMaker, che non si trattengano più del quaranta percento sulle vendite; ah, e se non ti dispiace rassetta un po' il lavabo, e dai da mangiare al povero Queen che a furia di restarsene isolato vicino la stufetta, ha cominciato a nutrirsi con le fette del gelido pan brioche che la signora Frantumi (sfortuna nostra!) insiste nel volerci rifilare ogni benedetto giorno.
- Chi di voi due è Nunzio Fascalis?
- Io.
- Non sembra affatto uno scrittore. Intendo dire, sembra più un venditore porta a porta.
- Si beh, lo scusi. Ha la fissa di uscire sempre con 'sta valigia da missionario. Ma creda a me, è un novelliere parecchio in gamba.
- Quindi lei è quell'altro....Moreno Hegard.
- Per l'appunto Signor Direttore.
L'appuntamento presso la Carolli Editore era stato preparato nei minimi dettagli.
Moreno avrebbe indossato una giacca rosso chic, anello zampognoso al pollice, occhiali modello telescopio alla maniera di Elton John. Nunzio invece, sarebbe rimasto nel suo standard di abbiagliamento minimale; T- Shirt azzurrata con la scritta Boia chi molla, ritaglio di jeans non stirato e,naturalmente, valigetta non sense con dentro le copie sbiadite di alcuni racconti a firma Isaac Asimov.
- Sarò diretto con voi, signori; una delle mie assistenti all'editing ha letto il vostro libro, per caso, all'interno della giungla del web. Mi ha contattato per dirmi che farvi firmare un contratto in esclusiva per noi, sarebbe stato il colpo editoriale dell'anno. Ebbene, Gli ultimi istanti di Ernestino Leopardi vedrà la luce degli scaffali per merito della Carolli Editore...c'è solo una fastidiosa complicanza su cui dibattere...
Moreno e Nunzio incrociarono i propri sguardi per qualche secondo;entrambi, nel vedere che l'altro assumeva le stesse tonalità di meraviglia e sgomento, avvicinarono le loro sedie quanto più possibile alla scrivania diocesana del reverendo direttore.
- Qu...quale complicanza?-, ebbe l'ardore di ribattere Nunzio Fascalis, presentendo il calcio allo stinco che di lì a poco Moreno gli avrebbe inferto.
- Ecco, vedete...non è nella natura della casa editrice pubblicare opere in duplice firma. Non accettiamo nemmeno pseudonimi. Alla promozione del prodotto non conviene, capite bene. Per cui..io e i miei collaboratori siamo certi che il romanzo è frutto del vostro ingegno unito. Ma sfortunatamente la firma in copertina dovrà essere una e una soltanto.-
Era stato Moreno, a causa della frequenza cardiaca inaspettatamente triplicata, a decidere che gli autori si sarebbero presi una giornata per riflettere con calma sul da farsi.
- Aspetto la risposta entro domattina.-
Si erano entrambi congedati dal direttore con una sudata stretta di mano e gli occhi disserrati famelicamente.
****
- E ora che si fa? C' entra quella cosa che mi hai detto ieri, vero? Il copyright?
Nunzio parlava con un accento nemmeno troppo sofisticato.
Moreno da par suo continuava a esagitarsi in silenzio, tanto da costringere se stesso a una sosta impulsiva presso uno dei tavolini di un bar.
- Vieni Nunzio, da bravo, siediti qui.
Un po' come quando si lancia un colpo di fionda da una lunga distanza , e si colpisce il bersaglio senza neanche accorgersene; Moreno Hegard iniziò a provare la stessa sensazione, nel centrare con lo sguardo sollecitato la posa disarmonica del compagno scrittore.
- Certo che ci conosciamo da molto tempo....noi.
- Eh si. Saranno quattordici, quindici anni.
-E finalmente abbiamo fatto centro....compagno.
Moreno si era acceso il suo sigaro monco, cominciando a rilasciare cilindriche boccate nell'aria un tantino rarefatta.
- Allora Moreno? C'entra o no l'affare del copyright? Soldi, diritti d'immagine?
Nunzio tamburellava i pollici sull'imbottitura della valigia, mentre Moreno iniziava a lacerare la fitta ragnatela delle sue preoccupazioni.
- Un cicchetto di Ballantine, eh? Così, per festeggiare...
- No. Tè al ginseng per me. Lo sai che non sopporto gli alcolici di giorno.
- E vabbè, mi sa che hai ragione. Due tè al ginseng; vado e torno.
Moreno si alzò reprimendo un ghigno caprino che ne deviava le labbra inarcate.
Poi si diresse zoccolando all'ingresso del bar, chiedendo ispidamente che gli preparassero due larghe tazze di tè al ginseng. Trovò la porta della toilette semiaperta e , dopo un forzato cenno di intesa col cameriere, vi trottolò dentro con selvaggia inflessione.
Si chiamava Abrumix il veleno inodore che teneva sigillato in una finissima carta argentata, dentro la zip dei suoi autarchici stivali Nero Giardini.
- Guarda Moreno, è con questo che noi uccidiamo le talpe dispettose che ci mangiano il raccolto-.
Così suo nonno gli aveva ripetuto, e Moreno tante volte da bambino aveva orchestrato delle vere e proprie campagne di sterminio nel suo latifondo in zona Crevalcore.
- Lasci fare, la serviamo noi al tavolo, signore...-
- Ma no! Non vi disturbate. Ci penso io. -
Moreno teneva stretta su una mano la carta bucherellata per sciogliere il veleno in una delle tazze.
Fece finta di prendere una bustina di zucchero dal vassoio, e rilasciò prontamente la polverina senza farsi apparentemente notare. Poi agitò entrambe le tazze con lo stesso cucchiaino.
- Eccoci. L'ho fatto fare più forte per te, Nunzio.
- Moreno, sai a cosa stavo pensando nel frattempo ?
- No, a cosa?
- Che dopotutto meriterei più io di apparire in copertina. Diciamolo francamente; il grosso del lavoro l'ho sviluppato io. Tu ti sei solo occupato di scrivere una dignitosa prefazione e amen.-
Moreno stritolò un fazzoletto che gli si ammollì in un istante tra i solchi delle dita.
- Che hai? Non ti vedo molto bene.-
Arrossì tutto in viso, dando una manciata di sorsi veloci al suo tè.
- E comunque, oh, hai notato che il direttore della Carocci è identico a Winston Churchill? Porca miseria, gli mancava solo l'homburg in testa-
Moreno iniziò a sentirsi falcidiare da battiti sempre più intensi; percepiva di essere risucchiato in un vortice sottopelle di brividi e tremolii.
Non riusciva a smettere di fissare lo stesso cameriere di prima, mentre faceva notare al proprietario la presenza di quella carta argentata depositata nel bancone.
In pochi attimi, gli sguardi del cameriere e del proprietario si diressero verso il tavolo di Moreno,
il primo che sbucava dalle file esterne.
- Moreno scusa ma...hai mai visto una tazza più sudicia della mia?Roba da matti.-
La paralisi di Moreno Hegard giunse a un bivio decisivo, nel momento in cui il proprietario del bar aveva deciso di avanzare verso di lui.
- Fa niente Nunzio. Scambiamoci le tazze.-
Un sibilo finale di altruismo, o forse soltanto la terribile consapevolezza della propria colpa, scatenarono nell'animo di Moreno una serie di interrogativi che necessitavano di risposte franche.
- Me la prometti una cosa Nunzio? Ti fisserai bene in testa questa scena? E riuscirai a scrivere sempre con la stessa vena che ti ho riconosciuto?
- Ma si, Moreno. Non capisco di che ti preoccupi.
Il proprietario, un uomo dalla stazza neolitica e i pugni altisonanti, si fermò di fronte a Moreno, sfilandogli da sopra il naso i poco produttivi occhialini alla Elton.
- Tu, testina di cazzo; lo sai che io con questo ci ammazzo blatte e tarantole eh? Che cosa volevi fare, bagài.-
Moreno sorrise a Nunzio, il quale era sul punto di scompisciarsi dalle risate.
- Io? Io voglio soltanto bere il tè con il mio amico.
La morte sospetta di Moreno Hegard; Moreno si era già ripassato il titolo a mente. Nunzio ne avrebbe fatto, chissà, un thriller psicotico alla Kevin Brooks, o un hard boiled pieno di inseguimenti e violente collisioni.
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