Scritto da © voceperduta - Mer, 24/06/2015 - 17:02
Non respiro la sommossa,
l'inquietudine dei martìri.
Provo qualche giravolta
ancorato ad un lampione.
Si dileguano i guasconi,
tipi foschi che disertano
mentre cedo sulla faccia.
Le carezze si alimentano
in presagi d'alto amore;
siamo atrofici aquiloni.
Caporali e mezze gonne
mi sorvegliano dinnanzi;
quando il turno è ricucito
mi regalano occhi persi.
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