Scritto da © voceperduta - Dom, 02/07/2017 - 15:27
Dall’alba al tramonto, Fatheya accarezzava il mare con la punta delle dita. Si domandava se le onde potessero sentire le devastazioni dei missili su quel lembo di spiaggia.
«Fatheya, non puoi stare così vicina, torna indietro». La nonna si era già accampata nel piccolo kibbutz destinato ai rifugiati.
«Nonna, quando potremo attraversare la striscia del mare?».
«Quando Dio si svelerà col suo carro, e torneranno gli angeli a brillare».
La notte stessa - da un terrapieno rinforzato dai bambini di fronte la costa - un carro scivolò radente nelle acque sorvegliate dai militari armati.
«Kamal, Fatheya, che cosa fate?».
La spiaggia di Gaza s’illuminò nel fuoco dei bombardamenti. Nessuno poteva violare il confine.
«Fatheya, non puoi stare così vicina, torna indietro». La nonna si era già accampata nel piccolo kibbutz destinato ai rifugiati.
«Nonna, quando potremo attraversare la striscia del mare?».
«Quando Dio si svelerà col suo carro, e torneranno gli angeli a brillare».
La notte stessa - da un terrapieno rinforzato dai bambini di fronte la costa - un carro scivolò radente nelle acque sorvegliate dai militari armati.
«Kamal, Fatheya, che cosa fate?».
La spiaggia di Gaza s’illuminò nel fuoco dei bombardamenti. Nessuno poteva violare il confine.
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