Scritto da © voceperduta - Gio, 22/05/2014 - 13:52
Appena quaranta acquisti registrati nell'ultimo mese. Contando anche la tiratura della collana“I Classici a un euro”, e la dozzina di Moleskine messi in saldo.
In pratica uno stillicidio di risorse destinato a concludersi anzitempo con la chiusura dell'esercizio.
Eppure Lorena aveva scelto un logo attraente, per quel locale concessole gratuitamente dal comune, posto all'imbocco del Chiostro delle Grazie, lungo l'allampanata via Nino Bixio, teatro la notte di faide senza un nome.
Perchè mafia, qui a Vittoria, non è parola che puoi lasciare filtrare nei bar o sotto i chioschi delle paninerie cittadine.
E Lorena, quella parola, non l'aveva mai fatta includere in nessuna pagina dei libri che andava meticolosamente ordinando.
***
-Le edizioni della Fallaci?
- Via, Sonia, mettile via.
- Posso tenermi “Un cappello pieno di ciliege?”
-Si,fai come vuoi.
Due settimane. Poi la definitiva chiusura dei conti, i registri del fallimento commerciale da presentare al vaglio dell'esattoria comunale.
-Lorena, ha telefonato il presidente dell'associazione “Un libro dentro la grata”. Siamo indietro con le quote associative...-
Lorena fissava gli stinti gagliardetti della Trinacria, balzare sotto le ruote degli scooter, o morire d'insolenza fra i parabrezza danneggiati dagli spari.
- Fai il piacere;se richiama, digli pure che per quest'anno non rinnoveremo. Dovremmo togliere di qui gli scatoloni imballati, piuttosto...-
- Tranquilla, faccio io-
Sonia era rimasta la sua unica assistente; la sola, a non avere avuto un contatto diretto con la sanguisuga.
- Aaah! Dio mio, Lory, ma è enorme!-
- Oh, quella; è qui da quando ho aperto. Occorre fare finta di niente; lei è abituata a strisciare nelle polveri calde, basta non rompere il silenzio.-
***
- Scannarunu a Filippo! Alla Resurrezione ci spararunu!
- Avà,chi succiriù?
- Muriù Filippu, du beddu picciottu ri Sangiuvanni.
- Ammazzatina?
- Ca fo, ammazzatina.
Alessandro detto “U'pazzu” avrebbe fatto il giro completo dei rioni, nella sua bicicletta monca di tutti e due gli specchietti. Sarebbe passato nella libreria di Lorena, a dare quella notizia in cambio di pochi spiccioli per un nuovo cappuccino.
- Spararunu a Filip..
- Si, va bene, u' sacciu. Tieni, non passare più, però.-
Dieci giorni ancora. Via le locandine con gli appuntamenti bimestrali di cultura al Chiostro delle Grazie. Annullato il reading poetico dei versettisti di Palermo. C'era il rischio concreto di una folla praticamente nulla.
- Lory, il sindaco che ti ha detto?-
- Che il locale servirà come nucleo d'appoggio per le prossime elezioni.
- Ti ha chiesto il voto?
- Sonia, per favore. Porta in magazzino tutti questi trattati di storia.-
La sanguisuga scoperchia le vene correnti dell'onestà e della trasparenza. Le incide con tale
acrimonia, da incamerare punti a suo favore, nelle stanze dove il potere ha bisogno di far sparire
coaguli di sangue sporco.
- Lorena, allora, per domenica posso contare su di te, i tuoi amici e familiari?
- Nunzio, vedremo...
- Come vedremo ? Vituzza, quando il sindaco tornerà a farti visita, dietro ci starò pure io...-
***
Cinque giorni appena. A Vittoria hanno chiuso il cinema Crystal che faceva da unica concorrenza. Troppo schietto e alternativo.
Adesso tutti al Dùmmaro, a fare la trafila per i cinepanettoni. I ragazzi non conoscono il valore di Cento Passi rivolti nella direzione opposta.
- Lorena, ha chiamato Roberto; dice se stasera ti va di andare con lui a Ragusa.-
(Un giro sulla mia nuova Porsche, Lorena; non fare la tua solita faccia. Sono soldi buoni; al cantiere per ora le cose vanno bene..)
- Grazie Sonia. Lo richiamo io, in caso.-
I romanzi rosa. Le prime settimane successive all'apertura, tante signore e adolescenti col batticuore, si intrattenevano all'ingresso a sfogliare Scusa ma ti chiamo amore, Sotto un cielo di carta, Il manuale del perfetto marito. In poche facevano acquisti però. Bastava sfiorare, anche solo per un'istante, l'idea di un'alternativa di vita possibile, disinvolta, inqualificabile.
-Dove li metto questi?-
- Sonia, lasciali all'ingresso; prima che vadano al macero, è possibile salvarne qualcuno.-
****
La mattina della chiusura della libreria, la sanguisuga stava già assorbendo gli ultimi aneliti delle fosche copertine rimaste sugli scaffali.
Lorena avrebbe trascorso da sola quelle ore. Un ultimo sguardo allo stato degli imballaggi, una rapida pulizia del magazzino, la languida sosta dinanzi ai ripiani odorosi di spirito.
- E' permesso? C'è qualcuno?-
Lorena risalì con calma le scale dabbasso.
-Si?-
- Salve, io e la mia amica avremmo bisogno di alcuni libri.-
- Mi dispiace, ma la libreria è prossima a chiusura.
- Ah, noi pensavamo invece che avevate aperto da poco.
- Per gli scatoloni dici? Ho conservato tutta la merce in questi giorni e...
- Possiamo dare un'occhiata?-
Elena e l'amica dissigillarono due ampie scatole poggiate in un angolo infeltrito del negozio.
- Cercavamo qualcosa riguardante i grandi crimini mafiosi; la strage di Capaci '92, l'esplosione in via D'Amelio, il fenomeno della quinta mafia, “la stidda”.-
Lorena guardò le ragazze con un nugolo di pensieri ottenebranti.
- Io non possiedo testi di questo genere; al massimo, ho un libro storico sulle origini di Cosa Nostra...-
L'amica intervenne in inglese , ponendo Lorena in un leggero imbarazzo.
-Si possono sempre ordinare, no?-
Elena s'inginocchiò e trasse fuori da una delle scatole alcuni testi che potevano servire al caso.
- Un saggio sul linguaggio segreto dei pizzini; testimonianze di alcune vittime, viaggio tra i bunker mai conosciuti... Allora vedi che qualcosa c'era...-
Lorena distolse altrove lo sguardo, mentre la ragazza straniera si inginocchiava accanto a Elena, dando delle enormi bracciate in fondo alla scatola.
- Prendiamo questi; e vorremmo ordinarne degli altri.-
Lorena si avvicinò alla cassa, tenuta ancora accesa come un atto di fedeltà.
Si domandò se la sanguisuga avesse o meno assistito a tutta la scena.
- Aaah! Fuck you! What ' is this? -
La ragazza per istinto prese un'atlante geografico, impantanato in una delle mensole impolverate.
Schiacciò con impeto la testa della sanguisuga, restando vigile dinanzi ai rivoli di sangue che schizzavano a fiotti sul pavimento.
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