Scritto da © voceperduta - Sab, 12/03/2016 - 11:57
Come sempre, a quest'ora, Nicolò lascia l'ufficio e si dirige nella sede del fan club.
È il primo che arriva, l'ultimo a salutare prima che ripulisca i tavoli e appenda gli stemmi nuovi.
Luciano lo incrocia all'ingresso del parcheggio; Nicolò lo saluta, lui reagisce freddo, ostile, probabilmente non ha risolto quella lite con la moglie.
«Ho preso i biglietti per domenica...dillo agli altri».
Nicolò scende dall'auto, attraversa come al solito un viottolo dissestato.
Il gruppo di avventori lo aspetta in piedi, ognuno avvertendo sottovoce il compagno vicino.
«Cosa succede? Non si apre la porta?».
Luciano e Vinicio fuoriescono dalla fila, mostrando la bandiera di una squadra rivale.
«Ieri dei ragazzi hanno trovato questa...», accenna Luciano, «tu non sai dirci niente?».
Nicolò la stende per intero, guardandola nervosamente.
«L'avranno lanciata gli studenti della scuola di fronte. Capita di trovare palloni, gagliardetti, sciarpe...».
Vinicio gli si accosta, tenendo una mano chiusa.
«Guarda un po', proprio nello spazio dove posteggi la macchina. Insieme a queste... », e svela delle spillette che sbeffeggiano a più riprese la loro squadra.
«Va bene, va bene, vi posso spieg... ».
Un pugno lo raggiunge in pieno addome. «Non hai rispettato il primo codice degli Orici: non saranno accettati avversari o traditori ». Nicolò fa di tutto per respirare, ma la folla lo ha steso a terra, scalciandolo con furore.
«Sbrighiamoci che sul Sei intervistano Bosini...».
Lo coprono con la bandiera e le spille tutte ammassate. «Nemmeno suo figlio lo riconosce».
Giampaolo, il giorno prima, ha detto al padre di avere un'altra fede.
«Puoi tifare chi vuoi, anzi; io stesso comprerò una bandiera e la conserverò con me ovunque...».
È il primo che arriva, l'ultimo a salutare prima che ripulisca i tavoli e appenda gli stemmi nuovi.
Luciano lo incrocia all'ingresso del parcheggio; Nicolò lo saluta, lui reagisce freddo, ostile, probabilmente non ha risolto quella lite con la moglie.
«Ho preso i biglietti per domenica...dillo agli altri».
Nicolò scende dall'auto, attraversa come al solito un viottolo dissestato.
Il gruppo di avventori lo aspetta in piedi, ognuno avvertendo sottovoce il compagno vicino.
«Cosa succede? Non si apre la porta?».
Luciano e Vinicio fuoriescono dalla fila, mostrando la bandiera di una squadra rivale.
«Ieri dei ragazzi hanno trovato questa...», accenna Luciano, «tu non sai dirci niente?».
Nicolò la stende per intero, guardandola nervosamente.
«L'avranno lanciata gli studenti della scuola di fronte. Capita di trovare palloni, gagliardetti, sciarpe...».
Vinicio gli si accosta, tenendo una mano chiusa.
«Guarda un po', proprio nello spazio dove posteggi la macchina. Insieme a queste... », e svela delle spillette che sbeffeggiano a più riprese la loro squadra.
«Va bene, va bene, vi posso spieg... ».
Un pugno lo raggiunge in pieno addome. «Non hai rispettato il primo codice degli Orici: non saranno accettati avversari o traditori ». Nicolò fa di tutto per respirare, ma la folla lo ha steso a terra, scalciandolo con furore.
«Sbrighiamoci che sul Sei intervistano Bosini...».
Lo coprono con la bandiera e le spille tutte ammassate. «Nemmeno suo figlio lo riconosce».
Giampaolo, il giorno prima, ha detto al padre di avere un'altra fede.
«Puoi tifare chi vuoi, anzi; io stesso comprerò una bandiera e la conserverò con me ovunque...».
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