Scritto da © voceperduta - Gio, 17/07/2014 - 21:31
Pendi tra i bordi infiammati
di una minuscola sera.
Mordi, altro fiato nel vetro,
come fosse anch'esso litigioso,
un vuoto che non placa i misteri
di chi rimane sordamente
ad aspettare.
*
Dell'oro alle catene, che te ne fai?
Lui cerca la sua nuova portiera,
allungata col beige del tabacco
che hai bruciato sotto traccia;
gridi ferita dall'ennesimo sconto,
dalle parole false, dalla cenere
maculata di quegli incontri fra
lenzuola indigeste.
**
Tutto qui, fa lui.
Un assegno in bianco, e qualche
ora d'inciampo in un motel fuori
centro.
E' la vita. Il senso per chi mette
la faccia sui giornali, di chi tappezza
il mondo silurando sorrisi, portando
a spasso un terrier sempre goffo, una
bimba sempre muta.
****
Ora tornerai a sgominare il calcare
in eccesso dalla cucina.
A parlare col tuo bengalino di come
il sole è un vecchio stronzo che farebbe
bene a sparire.
A spremere quelle bottiglie in fondo
al pattume; perché ora, dici, non sei
costretta a disfarti la treccia solo perché
lui ti voleva puttana di plastica.
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