Scritto da © Maria34 - Gio, 03/12/2009 - 12:37
Come già detto, gli amici del corso sono 15 e non posso far torto a nessuno, uno per volta ve li presento. E' la volta di Silvana,questo racconto l'ho già pubblicato ma ho piacere di averlo nel blog nuovo:
29 Settembre 1963 ore 19
Il treno giunge alla stazione di Thun (Berna)
Che batticuore, che stordimento!
Come in trance tiro giù le valige dalla reticella e seguo, in automatico, le mie tre amiche, peraltro anch’esse in preda ad un tumulto di sentimenti.
Il taxi è pronto, all’uscita.
Non capisco nulla: voci assolutamente incomprensibili, luci, colori, profumi sconosciuti.
Pochi minuti e la corsa si ferma nel cortile di un austero caseggiato: “Kinderheim Du Parc”, sede della Scuola Italiana per i figli dei lavoratori italiani in Svizzera, nel cantone di Berna.
Come già detto, gli amici del corso sono 15 e non posso far torto a nessuno, uno per volta ve li presento. E' la volta di Silvana,questo racconto l'ho già pubblicato ma ho piacere di averlo nel blog nuovo:
29 Settembre 1963 ore 19
Il treno giunge alla stazione di Thun (Berna)
Che batticuore, che stordimento!
Come in trance tiro giù le valige dalla reticella e seguo, in automatico, le mie tre amiche, peraltro anch’esse in preda ad un tumulto di sentimenti.
Il taxi è pronto, all’uscita.
Non capisco nulla: voci assolutamente incomprensibili, luci, colori, profumi sconosciuti.
Pochi minuti e la corsa si ferma nel cortile di un austero caseggiato: “Kinderheim Du Parc”, sede della Scuola Italiana per i figli dei lavoratori italiani in Svizzera, nel cantone di Berna.
La Madre Superiora del collegio esce ad incontrarci, un enorme sorriso stampato sul gioioso viso incorniciato dal velo bordato di bianco.
Sono arrivate le “sue ragazze”.
Dal 1° Ottobre saremo le maestre del collegio, le lehrerinnen del Du Parc.
Avremo la responsabilità delle classi delle elementari: Silvana la Iª, Franca la IIª, Mariarita la IIIª, Elsa la IVª e la Vª
Ma stasera siamo “le ragazze” tutte tra i 18 e i 20 anni, Franca ed io alla Iª esperienza di scuola (veramente ci siamo diplomate alla fine di Luglio, due mesi fa!), in preda alle più disparate emozioni: nostalgia per le famiglie lontane, paura per il domani sconosciuto, consapevolezza di aver lasciato l’Italia al di là delle Alpi. Da domani sentiremo la nostra bella lingua solo all’interno del “Du Parc” e fuori ci dovremo cimentare con l’ostico e sconosciuto “tich” bernese.
Rimbomba in me il martellante e prepotente tormentone:
“Che sarà, che sarà, che sarà….
che sarà della mia vita chi lo sa…?
So far tutto o forse niente, da domani si vedrà!
E sarà, sarà quel che sarà!”
E col groppo in gola che mi impedisce ogni espressione vocale prendo possesso della mia parte di camera, e sistemo le mie cose con religiosa cura, e accarezzo il soffice gonfio piumino bianco che troneggia sul letto.
Ho bisogno di chiudermi nel suo tepore, per calmare il turbinio delle emozioni, per mettere ordine negli eventi che hanno reso unica questa giornata e per prepararmi con consapevolezza al futuro che si aprirà dopo la notte che separa la vita scanzonata di giovane studentessa da quella di seria maestra che dovrà guidare le esperienze di 23 scolaretti di Iª.
E compirò 18 anni fra un mese e mezzo….
Silvana Francone Salurso
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