Scritto da © pensieriincorso - Mar, 10/11/2009 - 09:28
Puro alla tela affidasti le domande
sfiorando Dio nell’estasi dell’amore
che dal tuo soffrire attingevi i gialli
ed i cipressi, fra la terra e l’infinito.
Infiniti i giorni del contatto negato
elemosinando una carezza umana
a studiare le tecniche d’accademia
spazzate via da nubi e cieli ventosi.
Quante calde lacrime hanno diluito
nell’indigenza di chi è senza amore
i colori del tuo divenire immortale
sino al silenzio dopo lievi corvi neri.
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