Scritto da © brunaccio - Mer, 11/11/2009 - 09:27
Specchio
dai bordi molati
d'argento raggrumato gli angoli
incorniciato in minute
cornucopie di gesso dorato
ora giallo sporco e screpolato
m'hai visto crescere.
Di sbieco e di profilo
trovo il centro ancora lucido
e ti guardo per cercare
con smorfie strane
di vedermi al meglio
in questa vita.
Così tra le rughe tue e mie
inganno e rubo il tempo
andante lento, lo piglio
mentre l'orologio della piazza
batte la sera, la palpebra cede
e si fa fessura arrossata l'occhio.
La penso forte, quella e
più non mi sento divenire
vecchio.
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