Scritto da © poetella - Ven, 04/02/2011 - 22:02
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Vaporava lento il giorno.
Si ramificavano quei faggi spogli
rinsecchiti come gambe di vecchi
e le attese, riflessi prismatici
d’epifania di certezze.
E guarda come i gesti e le presenze
la girandola delle piccole connessioni
- questo quotidiano minimo -
guarda come scorre [da stupirsene] adesso
fluido. È una veste d’acqua
sugli accumuli di ricordo. Una piccola zona di penombra.
E ancora m’arriva e suona e risuona
e canta e canto con lei
quella tua voce di sorgente
[solo poche ore fa.]
Prosciuga e disperde ore
e giorni e notti e ancora
- chissà quanti –
giorni e notti e giorni e notti appesi
al filo del tempo a dondolare come passeri. Il tempo.
[proprio desidero vederti. Anche solo vederti, hai detto]
Cos’è il tempo
e che ne sanno le formiche
del sole.
Il mio tempo è un nastro di raso
serrato stretto attorno al polso
è una freccia d’acciaio scoccata precisa
a bucare l’immenso.
È una freccia e lo scaglio lontano,
laggiù dove brillano
e fondono
e esplodono
le nostre fiamme gioiose di comete gemelle.
…
…
…
(by poetella)
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