Scritto da © Pinotota - Gio, 09/06/2011 - 16:12
Calde malte d'amore
rinfrescano intonaci sbiaditi.
Con confini di saliva
ho recintato il tuo corpo.
I sensi esaltati dalle incessanti
schermaglie dei corpi,
indizi caldi di domini insepolti.
Le pelli sudate, i respiri affannosi
e tu mi guardi implorando devota
l’atto finale nella suprema offerta
per sentirti libera.
Le dita si intrecciano, la mia lingua sfiora
l’incavo del tuo collo madido e odoroso
mentre le nostre figure di carne ardente
si plasmano all'unisono,
creature palpitanti da voglie dominate.
Sale da mucose sudate l'odore
di femmina incalorita.
Il rauco soffio che esce dalla tua gola
preannuncia l’esaltante conclusione,
il tremore dapprima lieve
uno spasmo incontrollato
e un urlo senza fine.
Ti guardo travolto
dalla bellezza del tuo viso,
così lontano e così vicino
rapito dal volo dei sensi,
ed io, autore del tuo piacere,
accompagno la tua discesa
sussurrando parole d’amore,
e il languore dischiude lentamente
la visione più segreta
delle nostre anime
stremate dalle vaghe tenerezze
di antiche oscenità.
Calde malte d'amore
rinfrescano intonaci sbiaditi.
Con confini di saliva
ho recintato il tuo corpo.
I sensi esaltati dalle incessanti
schermaglie dei corpi,
indizi caldi di domini insepolti.
Le pelli sudate, i respiri affannosi
e tu mi guardi implorando devota
l’atto finale nella suprema offerta
per sentirti libera.
Le dita si intrecciano, la mia lingua sfiora
l’incavo del tuo collo madido e odoroso
mentre le nostre figure di carne ardente
si plasmano all'unisono,
creature palpitanti da voglie dominate.
Sale da mucose sudate l'odore
di femmina incalorita.
Il rauco soffio che esce dalla tua gola
preannuncia l’esaltante conclusione,
il tremore dapprima lieve
uno spasmo incontrollato
e un urlo senza fine.
Ti guardo travolto
dalla bellezza del tuo viso,
così lontano e così vicino
rapito dal volo dei sensi,
ed io, autore del tuo piacere,
accompagno la tua discesa
sussurrando parole d’amore,
e il languore dischiude lentamente
la visione più segreta
delle nostre anime
stremate dalle vaghe tenerezze
di antiche oscenità.
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