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Vertebre

Passano sempre
come se non fossero mai passati
quei momenti in cui
il turbamento e l’amore mettono
un accordo erotico e persuasivo.
 
E passa sfuggente
nella tacita intensità del silenzio
l'intreccio di due intimità
che diventano
una sola.
 
Io seduto sul divano e lei
si era messa a cavalcioni con ironica prepotenza
il segreto era non guardarsi sempre.
 
La notte penetrava la stanza con sfumature blu di Persia
e lei si muoveva lenta
lenta in principio
giocava con i seni sulla mia bocca e
nella mia bocca insinuava i capezzoli.
 
Pian piano si adunavano i sensi
come linee che s’intersecano in un punto
senza ignorare l’infinito.
Allora un bacio
e da quel bacio
il desiderio arrogante e il respiro non più casto
ancora i capezzoli tra le labbra e i denti,
attento
a non farle male.
 
Sulla lingua il suo profumo
il suo sapore
il suo ego che voleva io fossi
come desiderava
e lasciarglielo credere.
 
La tenevo
si sentiva libera
illusa nel mio giogo
una mano decisa sul sedere
l’altra con le dita
contava le vertebre
fin giù.
 
 

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