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Scritto da © Untel - Mar, 27/11/2012 - 10:44
Quella tua strana faccia da struzzo
che fuma per inventarsi un futuro
con i suoi cazzi come ematomi da assorbire
l’ho ritrovata qui da qualche parte nella mia testa
mentre pensavo di tornare a Roma
in quel pub irlandese
dove mangiavamo del risotto piccante con Baileys.
E’ grazie alle tue brutte figure che mi manchi
alla tua poetica greca di un provinciale estirpato
grazie ai tuoi tic nervosi
alle lentiggini che porti a spasso in inverno.
La tua oscena voglia di principi
mi metteva a disagio con tutto il condominio della mia testa.
Era un imbarazzo strano, era affetto,
era una parola nascosta dal tuo naso che avanza nel mondo
come uno studente sedizioso con tanto di pretese.
Mi mancano i tuoi occhiali dimenticati sul divano
le due virgole marcate sul naso e Jules et Jim alla tv
mi mancano le tue consolazioni nell’imperfetto dell’indicativo
nonostante la sigaretta e il futuro.
Non posso chiamarti perché non ho più il tuo numero
ma se tu riesci a inventarti un orgoglio diverso, non so, prova
magari andiamo a fare una bevuta, lì dove le puttane
si sono sistemate e hanno figli con la faccia da struzzo.
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