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Unitre Rivoli


Vi rendo partecipi della festa di apertura dell'anno accademico della nostra unitre di Rivili tenutasi mercoledì 12 Ottobre.  In chiusura un gruppo folcloristico piemontese così vissuto da Rinaldo Ambrosia che già conoscete come poeta e narratore eccezionale:

Al termine della cerimonia d'apertura dell'anno accademico 2011-2012, dell'Università della Terza Età di Rivoli, si esibisce il gruppo di musica Folk Pianezza “Li Brucantè”. 
 
Socchiudo gli occhi e vedo danzare quattro coppie di ballerini che si muovono eseguendo una serie di passi, di movenze codificate. Mi sembra di essere piombato nel bel mezzo di una piazza di paese, dove il tempo si è riavvolto su se stesso ed ha iniziato a scorrere a ritroso. Siamo a cavallo degli anni 1800 e 1900. Vedo gli uomini, e provo ad immaginare mio nonno, mio bisnonno, con gilè neri e i cappelli guarniti di piume, piroettare con le loro dame. Camicie bianche, lunghe gonne che nel loro ruotare accarezzano il selciato...
C'è una festosa allegria nell'aria. Sorrisi che si aprono su visi accaldati. La musica mi riporta alle origini, ad un senso stretto di appartenenza alla terra. I giovani del paese qui hanno finalmente modo d'incontrarsi. Si muovono, superando il semplice incrociare di sguardi, la domenica, alla messa, in una fisicità contenuta. 
Rìcu e Gènia, la figlia di “Gelu del prajot”, danzano la “Courenta dei Priori” mentre dai campi sale forte l'odore del fieno appena tagliato.
C'è, nei passi di danza, una cadenza di timido corteggiamento, un breve accenno. Una misura pacata di comunicazione tra la coppia.  Il gesto e la musica tacitano la parola e la danza attraverso le movenze la codifica.
Ma che potere ha la musica che accompagna l'uomo in tutte le sue manifestazioni: anche in guerra, fin dalle sue origini? Che cosa significa per le popolazioni un atto rituale, così forte, come la danza?
La musica ora cala. La cerimonia è terminata. La gente inizia ad alzarsi e ad uscire dal Centro Congressi. File di sedie che si vuotano. Tra il vociferare della folla, sento chiamare ad alta voce il nome di una ragazza: Samanthaaa...
Eccomi, sono ritornato al tempo presente.  

              Rinaldo Ambrosia
 

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