Scritto da © Gigigi - Mer, 09/11/2011 - 21:22
Nella mia vita sono sempre arrivato un attimo dopo,
un eterno secondo che ha visto scivolare via molte delle mie ambizioni
Per secondo sono arrivato a quel lavoro che mi piaceva tanto e che avrebbe cambiato
la mia vita. Per un anno non ho preso la maturità, e per poco non ho vinto quel concorso di poesia a cui tenevo.
In tante cose sono arrivato un attimo dopo e se all'inizio non ci ho badato tanto, col tempo questo mi ha logorato. La soluzione potrebbe essere semplice: "scivola via un attimo prima, impegnati quel secondo in più".
un eterno secondo che ha visto scivolare via molte delle mie ambizioni
Per secondo sono arrivato a quel lavoro che mi piaceva tanto e che avrebbe cambiato
la mia vita. Per un anno non ho preso la maturità, e per poco non ho vinto quel concorso di poesia a cui tenevo.
In tante cose sono arrivato un attimo dopo e se all'inizio non ci ho badato tanto, col tempo questo mi ha logorato. La soluzione potrebbe essere semplice: "scivola via un attimo prima, impegnati quel secondo in più".
Ma non è così semplice per uno che è sempre stato "troppo maturo", sempre legato all'etica e si è sempre preoccupato del dopo, per uno che non ha mai abbandonato
un amico, non ha mai tradito una donna ( e che quindi ne ha avute poche ) , che ha sempre cercato di fare bene i lavori che gli venivano affidati, che non ha mai voluto passare avanti a nessuno, che ha sempre rispettato le regole. Perché dare un opportunità a uno così? Perché non tenerselo affianco li dov'è, perché mandarlo avanti se lui stesso non vuole prendere a spallate a nessuno.
un amico, non ha mai tradito una donna ( e che quindi ne ha avute poche ) , che ha sempre cercato di fare bene i lavori che gli venivano affidati, che non ha mai voluto passare avanti a nessuno, che ha sempre rispettato le regole. Perché dare un opportunità a uno così? Perché non tenerselo affianco li dov'è, perché mandarlo avanti se lui stesso non vuole prendere a spallate a nessuno.
Ne è risultata un'anima curva, spenta, che si è spenta piano piano, una sorta di "penna viva e intuitiva rinchiusa in un cassetto tra mille altre", un cassetto che nessuno vuole aprire.
Allora ho puntato i piedi contro l'interno del tavolo e ho fatto forza con la schiena sul fondo del cassetto e ho spinto forte per spostare in avanti il cassetto e uscire da lì.
Allora ho puntato i piedi contro l'interno del tavolo e ho fatto forza con la schiena sul fondo del cassetto e ho spinto forte per spostare in avanti il cassetto e uscire da lì.
Ho messo il muso fuori, ho ripreso in mano la penna e ho iniziato a scrivere di nuovo, ma non credo che questo basti, non so se questo colmerà quel secondo, ci vorrebbe più forza... ma dove trovarla in una società cosi concentrata sui propri egoismi che non sembra disposta a condividere niente, nemmeno la sconfitta.
Questo è un mondo troppo popoloso che non ha bisogno di nessuno, che è forte del suo numero.
È un mondo che ti tiene dentro ma a cui non devi chiedere di più altrimenti ti scomunica e ti lascia solo.
A che serve pensare, scrivere, comporre, lui il mondo ha già tutte queste cose... e la tua vita " buona " arriverà sempre un attimo dopo.
È un mondo che ti tiene dentro ma a cui non devi chiedere di più altrimenti ti scomunica e ti lascia solo.
A che serve pensare, scrivere, comporre, lui il mondo ha già tutte queste cose... e la tua vita " buona " arriverà sempre un attimo dopo.
Così il mondo è pieno di anime curve, vittime un po' del mondo e un po' di se stesse.
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