Scritto da © Bruno Amore - Dom, 05/02/2012 - 11:12
Quel tempo mi vedeva
alzato di fresco la mattina
prendere di petto il giorno
imbacuccato e caldo d'orzo e latte
scendere le scale a quattro
scompigliare il sonno delle gatte.
E nell'aria strizza
che accarezzava i muri
piano si spandeva il suono della vita
che riprendeva lena in tempi duri.
Sempre di corsa a inforcar
la vecchia bicicletta
ebbro di quella forza
che da la giovinezza
con cento motti astrusi
incerte pedalate
mimavo finte cadute
per mamme spaventate.
Di poco peso i mestieri alla bottega
continuo si ma non fu mai travaglio
c'era aria domestica tra chiacchiere
di niente e il tempo, senza bavaglio.
La pausa poi, incoronava la giornata
a me che comandato alla panetteria
incrociavo quegli occhi di badessa
con l'abbondanza che aveva di forme
divenne del lesto mio eros principessa.
Mi porgeva le rosette con tal grazia
che trasmetteva il suo odore sin nel pane
caldo profumato insieme promettente
che mordendolo subito senza affondare i denti
lo assaporavo avendo nella mente
il gusto delle sue pudende, tutte quante.
Quel tempo mi vedeva
alzato di fresco la mattina
prendere di petto il giorno
imbacuccato e caldo d'orzo e latte
scendere le scale a quattro
scompigliare il sonno delle gatte.
E nell'aria strizza
che accarezzava i muri
piano si spandeva il suono della vita
che riprendeva lena in tempi duri.
Sempre di corsa a inforcar
la vecchia bicicletta
ebbro di quella forza
che da la giovinezza
con cento motti astrusi
incerte pedalate
mimavo finte cadute
per mamme spaventate.
Di poco peso i mestieri alla bottega
continuo si ma non fu mai travaglio
c'era aria domestica tra chiacchiere
di niente e il tempo, senza bavaglio.
La pausa poi, incoronava la giornata
a me che comandato alla panetteria
incrociavo quegli occhi di badessa
con l'abbondanza che aveva di forme
divenne del lesto mio eros principessa.
Mi porgeva le rosette con tal grazia
che trasmetteva il suo odore sin nel pane
caldo profumato insieme promettente
che mordendolo subito senza affondare i denti
lo assaporavo avendo nella mente
il gusto delle sue pudende, tutte quante.
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