Scritto da © Carlo Gabbi - Sab, 26/02/2011 - 14:14
PROLOGO
Recentemente ho ricevuto nella posta due grossi quaderni manoscritti. Erano stati scritti da una mano femminile usando lettere minute e gentili. La stessa mano aveva pure scritto sul frontespizio questa introduzione;
‘Caro Uncle Bill, sono stati lunghi anni di silenzio, ma sappi che ti ho sempre ricordato con nostalgia, pensando con piacere a quei giorni passati assieme, quando potevamo conversare apertamente dei mille piccoli problemi che mi hanno sempre assilato.
Da allora il destino ha drasticamente cambiato il corso della mia vita, ed ho perso cosi tutti i contatti che ci univano.
Fu recentemente, con l’aiuto di un investigatore, che ho ottenuto il tuo nuovo indirizzo. Desideravo inviarti questi quaderni, dove ho scritto il diario della mia vita sin dal giorno della nostra separazione in Brasile.
Ti chiederai il perche` invio a te questo diario che contiene i segreti della mia vita. Tu mi hai dato il tuo aiuto morale durante i miei anni giovanili, e piu tardi, quando fui in difficolta`, rievocavo quelle tue parole di allora, trovai in esse, una volta ancora, l’aiuto per divincolarmi da quella soffocante oppressione morale che stagnava in me.
Fu al tempo in cui eramo vicini, anche se molte volte solo spiritualmente, che nacque il mio amore e la fiducia in te, poiche fosti per me piu di un vero padre. Quindi trovo giusto, che ora tu conosca quale veramente fu la mia vita. La fiducia che ho per te e` come il riconoscimento che una figlia deve al propio padre, e` il mio atto di umilta` ed un riconoscimento affettivo.
Sono alquanto cresciuta da giorno del nostro addio, o meglio furono le necessita` impostami dalla vita che mi hanno trasformata entro una giovane donna matura come sono ora, dopo aver attraversato innumerevoli avversita`.
L’innocenza che esisteva in me nel passato e` svanita completamente, ma ho preservato intatte le buone memorie del passato, racchiuse nello scrigno dei miei ricordi, i ricordi di quei giorni che abbiamo trascorso assieme. Ricordo con piacere quando tu, scrivesti appositamente per me quelle semplici storie per ragazzi che, mi introdussero alla vita campestre Australiana. Fu da quel giorno che incominciai ad amare quell’arido e primitivo paesaggio dove vivono quei nativi animali selvaggi, che inlustravi cosi` bene nei tuoi racconti, e li vedevo liberi di scorazzare nei boschi di eucalaptus.
Leggendo il mio diario troverai molte cose. Sono anelli apparteneti ad una lunga catena, susseguitesi nel tempo, e vedrai descritta la mia vita dall’ultimo giorno che parlammo e poi fu interotta da terribili eventi, e causo` la nostra separazione.
A volte troverai rivelazioni che provocheranno sorprese ed apprensioni in te. Leggerai fatti che possono sembrare inreali, ma crdimi sono avvenuti cosi`, nel semplice modo che li ho scritti.
Dopo tale lettura avrai modo di giudicarmi, ma spero comprenderai le ragioni che mi costrinsero ad agire a quel modo, allorche` fui soggiogata da eventi superiori alle mie capacita` di lottare. Spero pure di rivederti presto, e per quel giorno felice potro` darti migliori notizie della mia vita.
So che leggendomi avrai modo di pensarmi, e forse come allora, penserai di scrivere per me qualche lieta storia sicche` possa sentirmi felice. Sappi che nel mio cuore sono ancora quella giovane ragazza di allora.
Ti ringrazio, Uncle Bill, per quanto mi hai sempre donato.
Il ricevere quei quaderni con fitte note fu davvero una inaspettata sorpresa.
Mi immersi immediatamente nella lettura di quei diari di Dolores. Le pagine erano fitte di notizie ed erano scritte in un modo deligente ed educato.
Nel leggere lasciai galoppare la mia immaginazione, cercavo pure di interpretare fatti e parole tra quelle righe. Cose che Dolore forse non disse per pudore. Facevo questo nel tentativo di formare una visione completa e reale di quella che fu la sua vera vita, poiche` quella ragazza mi e` sempre stata particolarmente cara.
Alla fine composi quel numero telefonico che Dolores aveva annotato diligentemente alla fine di quella nota che avevo finito di leggere. Era il suo invito a rialacciare la desiderata riunione affettiva.
Parlammo a lungo e di molte cose, poi le chiesi se mi permetteva di usare le sue memorie in un mio nuovo scritto.
Fu soprapensiero per un breve tempo, poi mi disse semplicemente si. Poi ebbe un altro attimo di riflessione e concluse, ‘Penso che la mia storia possa aiutare giovani ragazze che si trovino in difficolta`. Fallo pure, Uncle Bill.’
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