C’ è una specie di luminosità nel suo sguardo stamattina.
Si vede da come è entrato in ufficio, da come ha centrato l’attaccapanni con la giacca e da come mi ha salutato unendo pollice e indice e alzandoli alla bocca per invitarmi a prendere il caffè. Mentre lavoriamo ogni tanto si tocca il gesso e non può fare a meno di sorridere.
Mi avvicino e fingo di leggere il comunicato che ha davanti: una piccola scritta storta spicca sulla piega bianca dell’ingessatura.
Avevo intuito qualcosa di nuovo nell’aria. Sentivo, attorno a Roberto, delle nuove vibrazioni.
Non era più il solito musone. Era come se si fosse svegliato da un lungo sonno.
E poi, invitarmi a prendere il caffè? Mai fatto prima!
Io e Roberto, da poco tempo, dividiamo la stessa stanza d’ufficio, al 4° piano del nuovo edificio della ragioneria. Tra noi non c’è molta confidenza, non abbiamo avuto molto tempo per conoscerci prima dell’incidente d’auto. Dopo due mesi di riposo a casa è tornato in ufficio e devo dire ne sono molto contenta perché si è accumulato troppo lavoro.
Oggi il suo sguardo è sereno, malgrado i postumi del brutto incidente siano ancora ben visibili. La sua ingessatura al braccio lo rende quasi affascinante, come se fosse un eroe che ritorna vincitore dopo una lunga battaglia.
Che dire, il mio trasferimento in questo nuovo ufficio ha stravolto decisamente la mia vita. Ho lasciato i vecchi colleghi, adesso sto con gente nuova, ho cambiato anche zona, faccio molta più strada e per essere puntuale devo svegliarmi prima.
Il mio nuovo incarico mi costringe a rispettare con più rigore il regolamento d’ufficio e questo non mi rende serena, devo andare più veloce mentre io non lo sono.
Ho trovato Roberto come mio collaboratore e devo dire che nel suo servizio è eccellente. Pignolo e preciso, memoria infallibile, senso dell’ordine direi maniacale.
Mi è molto d’aiuto perché il suo modo di sintetizzare mi risparmia noiosissime lungaggini e la sua scrivania è, senza dubbio, molto più ordinata della mia.
Tornato da qualche giorno, dopo la convalescenza a casa, mi sembra diverso. Non che lo conoscessi bene prima ma lo avevo fissato, nella mia mente, una persona introversa e diffidente.
Non nascondo che mi delude non avere le sue attenzioni, mi reputo abbastanza carina, mentre da parte mia, sin da subito ho avvertito il suo fascino, forse proprio perché mi appare misterioso.
Il mistero ci attrae perché vorremmo vederci dentro quello che desideriamo vedere. In un tipo cosi, qualsiasi donna sognerebbe di scoprire almeno ‘’il principe dei propri sogni’’.
Ma smettila Sara!- Sento la voce dentro me che mi riporta sulla terra. Sono una sognatrice e me ne vado, spesso, a spasso con i sogni. Sul povero Roberto ci sto costruendo troppi castelli. Che stupida!
Torno alla realtà delle pratiche. Si è accumulato troppo lavoro. Mentre mi avvicino alla sua scrivania per leggere l’ultimo comunicato, cerco di decifrare quella scritta sull’ingessatura. Non la vedo bene, è vicina alla piega del gomito e m’incuriosisce perchè lui sorride tutte le volte che la guarda.
La mia curiosità viene interrotta dal telefono, è Elena, la collega del 2° piano, ci scambiamo notizie di lavoro poi mi chiede di Roberto. Ma certo, rispondo, dico che sta meglio e che siamo immersi nel lavoro arretrato. Mentre parlo, lui fa un cenno con la testa sentendo parlare di se.
Dopo la conversazione ritorno alla sua scrivania, stavolta mi abbasso di più cosi che posso leggere la scritta. Poche parole e tanti punti esclamativi: E’ giusta per te!!!!
Poche parole che mi scatenano ancora più curiosità e un ventaglio infinito di interpretazioni. Mi ripeto ancora: Come sono stupida! Cosa voglio scoprire?
Sorrido anch’io a quella scritta e ritorno al mio posto. Quanto lavoro! Adesso basta! smetto di fantasticare e inizio a depennare dal registro gli indirizzi già riportati sulle buste. Si! E' proprio noioso questo lavoro! Però mi piacerebbe sapere chi gli ha scritto quella frase: ''E’ giusta per te!'' E a cosa si riferisce.
Forse all’ingessatura stessa? Divisa tra il dovere e le mie supposizioni sento la sua voce che mi chiede: Sara, vuoi venire al cinema con me, stasera? C’è un bel film che vorrei vedere, ancora non posso guidare e mi farebbe piacere andare con te.
Al cinema con me? Gli chiedo: Tu sai come guido? Non lo so, risponde. - Mi fido di te!
Raggio
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