Scritto da © taglioavvenuto - Mar, 04/01/2011 - 02:01
Ho voce, ascolto, tocco, vedo, m’inondano le narici i profumi, ogni giorno, ora, minuto, frazioni di secondo.
La carne, simile alla tua eppure così diversa, soffre e gioisce, si ripara da sola.
Oh si trasformerà, non so in cosa né se tornerà su questo o un altro pianeta, se sprofonderà nel buco nero, o curiosa come una scimmia vorrà bearsi tutta sparata in un’intergalattica.
Chissà cosa farò nell’infinità, certo mi seccherebbe fermarmi a girare negli scivoli a livello dei parcheggi sotterranei. Non sarebbe di consolazione il baccano che farebbero nei piani superiori. Quelli dell’attico.
Il sogno mio è quello d’essere un diveniente, un nulla che è.
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