Scritto da © Franco Pucci - Ven, 01/10/2010 - 02:11
Correva la lucertola sotto il sole cocente con la coda sollevata, dritta a sostenerne l’equilibrio. Si inerpicò sul muretto di sassi davanti me. Annoiato ne seguivo i movimenti quando il fruscio improvviso di un paio d’ali attirò la mia attenzione.
Un corvo si avventò sulla lucertola per ghermirla ma provvida la coda si staccò dal corpo e salvò l’animaletto. Il corvo deluso lasciò la preda sul terreno e io istintivamente raccolsi quel moncherino che si agitava, si contorceva ancora, mosso come da vita propria. Inevitabilmente la mente corse a me e a te, al nostro rapporto. Come quel moncherino: ultimi sussulti, ultimi spasmi.
Si fermò, inanimato. Istintivamente lo misi in tasca, ogni tanto un leggero movimento mi ricordava la sua presenza. Ancora adesso quel sussulto si fa strada tra i battiti aritmici del cuore e io cerco disperatamente quel moncherino tra le pieghe dell’anima, nelle tasche capaci dei ricordi.
Purtroppo ho cambiato il mio guardaroba varie volte…
Si fermò, inanimato. Istintivamente lo misi in tasca, ogni tanto un leggero movimento mi ricordava la sua presenza. Ancora adesso quel sussulto si fa strada tra i battiti aritmici del cuore e io cerco disperatamente quel moncherino tra le pieghe dell’anima, nelle tasche capaci dei ricordi.
Purtroppo ho cambiato il mio guardaroba varie volte…
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