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Lirica di Vittorio Fioravanti

S'era appena voltato
ormai sottomesso
all'incombente liquido muro
Dilatati gli occhi atterriti
il bambino cercava la madre
che lo inseguiva sgomenta
giù dalla spiaggia
le braccia aperte

Era sceso a piccoli passi
curvo a raccogliere gialle
conchiglie schiuse
Un minuscolo dorso bianco
sotto un sole lontano
mentre vigliacche
nuvole grigioscure
scappavano all'orizzonte

Anche i cani fuggivano
e le vacche
avevano preso in fretta
il sentiero del colle
C'erano grilli sul dosso
Volavano via gli uccelli
e oltre il fosso le rane
in lunghi salti

Il flusso s'era appena ritratto
come marea inattesa
oltre i limiti usati
e il bimbo a piedi nudi
s'era incauto inoltrato
a cercarvi i tesori svelati
lasciando fragili orme
tracce incerte di mani
nell'umida rena

Tra le frasche intanto
s'allontanavano serpi
ed insetti
mentre la gente affollava
la sponda ignara

Non erano neanche le dieci
di quella mattina

Sulla risacca
s'era alzata improvvisa
livida l'onda immane
spumosa d'insana rabbia
per la razza umana

Troppo tardi quel nome
urlato invano

La donna incontrò il figlio
appena un attimo prima
ma quell'abbraccio
se lo portò via la violenza
sfrenata di tutta quell'acqua

2004

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