Scritto da © Anser - Lun, 31/01/2011 - 00:32
E poi le lacrime non bastano
[ come potrebbero arginare il cielo?]
a rincorrere spazi tra le parole
ogni strada d’uomo costeggia il mare,
con curve dove la terra piega
e si nasconde
dietro ogni presunto,
raccattato amore.
S’incendia il cielo, senza furore di neve
a cosa sono servite le notti,
e le declinazioni in blu,
tutti i cambi di nota, i bemolle disperati
[se poi le mani non stringono le tue braccia]
ho paura, a guardare stravolto
ogni luccichio di stella
e quel nero, che è un altrove
che buca il respiro dell’infinito.
Datemi una melodia
a riconciliare il tempo
nel mio cuore gelato.
Che ascolto il tempo scivolare
incastrato in un dòmino d’amore
[e l’occhio blu sogna, quello grigio ricorda]
e le donne occitane hanno occhi
che sono aquile a dividere il cielo,
e tu, pettinami il cuore
prima che perda
il suo sapore di mare.
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