Scritto da © Costanza Pocechini - Mer, 09/03/2011 - 06:01
A tronchetti,
avvilita,
sul greto del fiume
la stesa di canne,
nunzia tristezza.
L’estate di San Martino s’è fermata.
rigagnoli di verde
nelle chiose dei sassi,
assonnata
la valle appare.
Sulle fronde d’autunno
il colore è finito.
pensabile è qui
il fuggir del cinghiale,
bagordi di caccia,
odori di brace e di ricci,
colate di sangue,
bossoli brillare
fra le nere radici.
Se non fosse natale,
il torace squarciato dei monti
che ammutolisce,
il vischio maturo,
estremo insulto appare.
Il lago telesino è vociante,
magia si scontra con la morte,
un letto di alghe aspetta
un tonfo,
o una bracciata di sole.
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