Scritto da © Maria34 - Ven, 01/10/2010 - 21:43
Una camera da letto, ci entri passando un arco, uno di quelli che nella tua infanzia divideva il cucinino dall'altra camera. Due armadi e un buffet con specchiera, oltre al letto, completano l'arredo. Dal soffitto una nuda lampada rischiara l'ambiente. L'armadio prospiciente al letto è simile a quello della nonna, colorato noce scuro.
Gli abiti erano contenuti all'interno di quelle due ante e nel cassetto inferiore era raccolta la biancheria. Ti addormenti pensando alla sua camera, a quando bambino gironzolavi attorno a quella figura dall'eterno grembiule scuro legato in vita e il sorriso che le illuminava il viso. Sogni, poi forse qualche lontano rumore ti riporta allo stato di veglia. Apri gli occhi e guardi il soffitto. Una piccola entità luminosa lampeggia intermittente. La luce verdastra ruota lungo i bordi del soffitto, rasenta le pareti segue gli angoli. I ragni estivi prudentemente si sono ritirati, forse disturbati dalle nuove presenze nella casa. Il piccolo ufo continua a girare in cerca di approdo. Cullato dai suoi lampi luminosi ti riaddormenti e riprendi il sogno. Ma nel cuore della notte, in distanza, là oltre la collina, un cane abbaia alla luna. Ti risvegli. Trilly, così hai battezzato quella lucciola domestica, esplora il pavimento, sembra annusare una pista, si muove timida come un riccio. La sua luce ora è fioca ma tanto basta per rompere la coltre di buio. Schiacci il tasto del cellulare, guardi l'ora. Nella stanza il display sembra sparare una bordata di watt, è un flash impazzito che ti sfugge di mano. Trilly, indisturbata, sembra cercare un sentiero verso l'umidità della notte. Ti alzi, avvolgi la tapparella, dalla porta spalancata l'aria di mare invade la camera. Il cane ora ha smesso di abbaiare. Trilly finalmente guadagna il terrazzo e poi la notte. Ti corichi aspettando che il sonno ti coli nuovamente dentro, possibilmente prima dello spuntare del giorno.
Rinalso Ambrosia
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