Scritto da © Manuela Verbasi - Mar, 19/10/2010 - 16:54
Costa l'amore un dormiveglia di gigli e cola lacrimando colori sulle lastre verticali di un periodo a metà fra sciarpe e cappotti troppo caldi. Inciampa su sassate già tirate con slancio a frantumare chissà perché, tutto il bello che viene. All'ombra delle spalle curvate dai pesi del mondo, si riempie di muschi e s'inverdisce di collina. Trova le scarpe ai piedi del letto e percorre passo passo, destro prima, sinistro poi, ancora destro finché arriva a scalarmi di sorrisi, di lingua, dietro il lobo, sulla nuca.
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