Decise di trattare il suo corpo come una tela sulla quale incidere per sempre i segni della sua passione. Mentre piccoli rigagnoli di sangue scorrevano dalla spalla e le piccate di dolore diventavano via via più frequenti, lui sorrideva pensando al significato di tutto ciò.
Era la materializzazione di un concetto ben preciso che diventava più netto e concreto ogni volta che una microscopica goccia d'inchiostro colorava la sua pelle.
<<Voglio ridisegnare l'amore a modo mio>> sussurò lui mentre la mano abile del tatuatore continuava a lavorare sulla sua spalla.
<<Lo voglio perchè detesto che questo termine assuma una forma convenzionale per qualcosa che convenzionale non è. siamo io e lei; siamo noi. Uniti per sempre in una dimensione a cavallo tra l'onirico ed il reale. Una dimensione nostra e solo nostra nella quale c'è posto per tutti e per nessuno. Dove gli istanti diventano eterni perchè un amore così non può essere che eterno.
Era bello sentire quel dolore pungente che, stranamente, gli permetteva di galleggiare tra la profondità del suo sentimento e la crudezza di quel momento così reale da diventare della materia dei sogni.
Quando ebbero finito lui si alzò ed andò da lei e leo lo chiamò Guerriero.
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