Scritto da © taglioavvenuto - Dom, 20/05/2018 - 19:51
Ricordi quando ti scopriii allo stato ancora di larva
tenera
pallida, tremante, ai primi raggi od ultimi a febbraio
Venivi, tu dalle coste dell'Atlantico
pioveva qui, un acquazzone
pioveva sul salice piangente
rintanata tra le increspature gialle oro; giocavi spaventata.
Dissi: - Non ti mangio. Diventerai per me un cibo del futuro.
Con te tue amiche, v’alzerete in volo. Le brassiche
Le lascerete dove cadranno e ci
Pizzicheremo nelle pieghe
dentro, fuori le attaccature, le scapole. Sul collo.
C'insaliveremo
Forse da noi nascerà, Amore, dalla nostra fame, dai nostri tremiti spossati, un ibrido.
Chissà!
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