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Una Historia particolare - brano due

Erano state le gigantesche femmine della Scandinavia e quelle provenienti dalla Colchide le prime a riunirsi per lasciare in concomitanza Ilio dopo la sconfitta, dopo aver visto uccidere Ettore, domatore di giumente. Non tanto come un tacito assenso all’uccisione di Achille.V: Patroclo. Ma per seguire alla uccisione dei figli messa in atto da  Medea a Corinto dopo esservi stata trasportata proditoriamente da Giasone; per non seguire anch’esse le sorti di Elena interamente depilata in un tattoo shop calcedone sulla spiaggia di Rimini, da allora chiamata ironicamente figlia di Zeus.
Il corpo è nostro. Lo gestiamo noi, tra noi. Era stato il grido di guerra che aveva invaso e tramortito  Europa, Ellesponto, l’asia e l’America di DeLillo.
In pieno Neolitico (rame e stagno arsenicale per rimanere sul magico – poi diluito con lo squirting, casualmente come tradizione) avevano deciso di lasciar perdere anche Archesilao, e passare all’età del ferro.
Una prima vittima, ucciso da cani inferociti e latranti, era stato un tragico, colui che aveva rocamboleggiato su Medea lasciandola in volo tra Salamina e Atene.
Dopo aver eliminato questi, la loro ira si era rivolta agli ultimi residuati del paleolitico.
La Cava di Ispica (RG) troglodita, può esser testimone del loro ultimo passaggio dopo che avevano precorso, furibonde, Ulisse, Scilla e Cariddi, riattraversando il Mediterraneo fino attorno a Matera.
. Dai, fa la Sirena, scema. Si urlavano l’un l’altra.
Fu così che raggiunsero le coste libiche, da cui furono scacciate.
Con l’aiuto delle truppe francesi, prontamente accorse a proprio aiuto, infine raggiunsero il Dahomey.
Dove, libere, viaggiano sugli alberi a cica 120 metri dal suolo, sparando e facendo sberleffi.
 
Qui, a questo punto, era rimasto un mio zio.
Mio padre, invece, messo in pensione, si era messo a fare il procacciatore di tutto un po’.
Aveva acquistato da un meccanico furbacchione una 600 Abarth, poi un’Appia prima serie con il cambio a manico (racconterò poi la fine impietosa dell’Appia) sulle coste per Novafeltria ed infine una Cinquecento giallo ocra decapottabile che quando morì lasciò a mia moglie perché io non sapevo guidare. (Insisteva)
Aveva acquistato anche un Ciao, che adoperò per portare il mio Stefano dietro la piazzetta delle Poveracce per farlo giocare con un Merlo giallo che già sapeva come dire certe cose alla sporcaccionesca. Senza vergognarsi o intimidirsi.
Fu in questo modo, a bordo di quel bolide ocra, che  si anticipò con un viaggio di nozze rocambolesco, la caduta del ponte di Genova, per arrivare a Saint Tropez, perché desidevo intimamente vedere lo scollacciarsi dell'./.intero di Brigitte Bardot.
 
Nell’intermezzo tra i dodici e tredici anni, dietro una pesante tenda verde bottiglia su uno scalino scosceso del cortile di Bardo De Bardi, vignaio e confinante, nonché alto, severo, con uno spinto accento  toscano, scavalcato il muro di pietra antistante la cantina ed il campo dei gelsi, avevo potuto conoscere Nadia nipote del professore liceale Salinari: il salato incompreso della prima lingua in bocca, che avrebbe dovuto essere dolcissima, come invece avrei potuto pensare vista l’impresa affrontata, i gelsi così prossimi e le prospettive architettoniche dell’impeto fisico filetico usato.
Invece, la dolcezza sopravvenne con il primo riscaldone in una discoteca di Rivazzurra, una mora svedese con gli occhi azzurri che sarebbe partita l'indomani.Dopo aver trascorso un'intera quindicina. Su cui m' ero gettato come un disperato, dovendo partire per il militare.
./.
iulia era in piedi; con il taglierino che utilizza il pizzaiolo esperto e stava tagliando una pizza appena uscita dalla fornace d'argilla nell'angolo. La funzione che s'era assunta quella sera era di distribuire agli invitati ed ai vecchi amici le pizze appena sfornate, calde.
La conoscevo da trent'anni circa. L'avevo conosciuta sul lavoro. Ciò che m'aveva colpito, di Iulia, era stata la sua camicia bianca. Un bianco assolutamente non opaco cui un uomo in forze fa veramente fatica a resistere.
Non che fosse una bellezza prepotente che t'assale; era una bellezza calma che ti portava a corteggiarla.
La camicia aveva le prime due asole sbottonate quel giorno e lei, di fronte a me, dall'altra parte del tavolo in quello sgabuzzino che ci fungeva da ufficio, tralasciò di pigiare la tastiera per presentarsi con un bel sorriso.
Allungò il braccio oltre il tavolo, mi disse il nome stringendomi la mano e dopo il breve convenevole risedette.
L'epoca in cui la conobbi, uscita da un matrimonio, s'era accompagnata con un ragazzo che lavorava della stessa impresa quale venditore; qualche anno fa l'aveva lasciata vedova.
L'ho incontrata dopo tanto tempo questa sera. É di nuovo accompagnata.
Mentre le allungano le pizze che il proprietario della bottega artistica sforna,Iiulia inizia a ballare.
A lato dell'amico ceramista che m'ha invitato, ammiro quel dolce indomito flessibile movimento delle sue protuberanze roseo lattarie. Il sorriso.
Di fianco ho altri ceramisti ed artigiani, di fronte un complesso di cantanti che, come me, ammirano i movimenti aggraziati del suo seno, dei suoi fianchi.
Qual'è l'arte che può rimanerne indifferente? Chiedo.
Qual'è l'Arte che poteva rimanere indifferente a questa marea di turiste italiane e nordiche, oggi dei Balcani, russe?
Chi non può definirci, come scrisse Curzio Malaparte, dopo la Pelle, Benedetti Italiani?
 
Vengo dalla lettura di una mezz'ora fa di un brano del Mare Verticale di Giorgio Saviane- che m'ha ispirato. Castelfranco Veneto, altro scrittore di portento: Brano: “Il re del grano”.
Lo scavalcamento dei solchi da parte delle donne, prima che inizi la cerimonia, mentre si abbandonano al rito, che lo trascendano, lo rendano immortale. Che superino il tempo.
Prima che il matriarcato faccia la propria comparsa dominando il Neolitico. Sulle statue di terracotta tramandate come “Madri.”
L'epoca dell'Agricoltura. Della scelta dei re. Quando il mondo paleolitico, di Neanderthal, cede il passo.
Duecento, cento, gli abilis  le donne soccombono - dieci mila,  le donne recuperano. Una corsa pazza!
Cos'è l'Iliade, cos'è l'Odissea: la storia dell'egemonia maschile, del mondo dei sogni, delle magie, dell'orrido? Di Circe, di Didone?
Dei miti greci e romani?  Di Tremila anni?
 
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