Scritto da © taglioavvenuto - Dom, 12/06/2016 - 21:54
Le ova. Le donne dicevan “le ova”,
faceva più chicharo. Tutto può
cambiare in un momento nel paniere
a perderlo un attimo di vista.
Le “ova” sulla bicicletta, nel paniere
chicharo che a volte, a seconda quale bicicletta
venisse inforcata, se quella della cognata
o quella di famiglia, appoggiato al muro
appariva e disappariva, in quanto ad una
era applicato davanti all'altra dietro.
Non era, come diceva il vecchio farmer, questione
di sottane, né di ombre sfasate rampicanti sui muri
né di terre rosse e bianche, né di olmi e gelsi
né di lenti annebbiate dal solleone sot 'e fazulet
né del colore che naufragava nel nero sudato
delle gonne,
dell'anonimo metallo.
Era un dio, un probabile Hermes, che
le puniva nel tragitto d'andata dall'aia al
paese dai corti portici ombrosi [ove le loro
voci riusuonavano già di primo pomeriggio]
per aver abbandonato a se stessi i semi di Demetra
ed essersi dedicate all'ozio degli allevamenti in batteria.
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