Scritto da © taglioavvenuto - Gio, 12/09/2013 - 07:47
Una parola: Necessità
Psiche gioca con le altre:
quante lave, lapilli sù
non meritava l'attuale suo nome
Prima dei giorni del diluvio, e noi
spauriti, coraggiosi leccavamo il rimpianto
sulfureo.
Erano la solitudini più ardenti, quelle delle mille braccia, tu
Eros
mi vieni incontro. Era la notte
ed il tuo volto, lo stesso.
Quando fu? Quando il respiro
corto prima ancora, il bacio?
I boschi furono le nostre meraviglie, lì
nelle prime ombre delle foglie e il chiaro dei raggi solenni
le corse folli, i fauni e le ninfe ci adottarono, quello il luogo
di Zeus, delle prime sue incursioni
Ci voleva un dio, la sua fonte
un dio ed il suo alito tra noi
perché tornassimo a sorridere
l'uomo, la sua donna, l'accettazione del finito
e l'infinito oltre le conche del mare
Psiche gioca con le altre:
quante lave, lapilli sù
non meritava l'attuale suo nome
Prima dei giorni del diluvio, e noi
spauriti, coraggiosi leccavamo il rimpianto
sulfureo.
Erano la solitudini più ardenti, quelle delle mille braccia, tu
Eros
mi vieni incontro. Era la notte
ed il tuo volto, lo stesso.
Quando fu? Quando il respiro
corto prima ancora, il bacio?
I boschi furono le nostre meraviglie, lì
nelle prime ombre delle foglie e il chiaro dei raggi solenni
le corse folli, i fauni e le ninfe ci adottarono, quello il luogo
di Zeus, delle prime sue incursioni
Ci voleva un dio, la sua fonte
un dio ed il suo alito tra noi
perché tornassimo a sorridere
l'uomo, la sua donna, l'accettazione del finito
e l'infinito oltre le conche del mare
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