Scritto da © taglioavvenuto - Dom, 02/09/2018 - 16:28
“ Tutto è sacro”.
- My name is Seneca.
Aveva esordito il tizio sedendosi sulla panchina in p. zza Ferrari dove m'ero appena seduto dopo essermi scrollato. Dietro alla giostra per bambini che non funzionava.
Erano circa le otto e trenta di sera. La piazza era semideserta, a quell'ora.
Questi indossava un bastone bianco da cieco ed in effetti era in difficoltà, un poco claudicante, per il modo di camminare.
Oltre al bastone, indossava uno di quegli impermeabili per tedeschi, bianchi trasparenti, nel caso si sia colti da un acquazzone. Difatti stava già cominciando a piovere.
La maglietta era invece arancione acceso, con delle sigle verdi sui bordi delle maniche.
Egli rifiutò subito la mezza frusta ripiena di un etto di mortadella con la quale ero uscito dal CRAI, quasi offendendomi.
Non mangio salumi. Sono di religione mussulmana. Sussurrò costui quasi scusandosi.
Ho invece dell' erba buona. Tieni, aggiunse.
No grazie, non ne prendo. Mai presa. Io Gabriele.
Io Seneca, Antoine.
Sorrise. Gli mancavano alcuni denti.
Mi accorsi allora che quel ragazzo, perché di un ragazzo si trattava, assomigliava in modo impressionante ad un mio idolo della gioventù, il giamaicano Bob Marley.
Giel'ho subito confessato.
E il ragazzo ha sorriso di nuovo.
Da quel momento ci siamo messi a parlare di sacro, di un dio unico. Egli di Allah, io di dominedio: gli universi conosciuti e sconosciuti.
- Mi dispiace. Non obbedisco a nulla.
Sono rimasto ateo, ed egli probabilmente, terminata la pioggia, pure.
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