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Le labbra non ancora pronte agli sfioramenti

E vinsi il mondo
perché feci piangere mia madre
si straziò, penetrata da un immenso pungolo
di là dei polmoni; divisa in due, la iugulare, anch'essa
penetrata dalle dita, le arrossava oltre le areole nascoste
 
a larghe vesti.
dita di un figlio di otto anni appena. le feci abbassare il viso fino alla spalla
mia e piangemmo insieme.
A lungo.
Poi bevemmo, del nostro sangue fluido, rosso brillante, e ci amammo
fino alla sua morte. Mi avrebbe avuto sempre dentro il ventre
non ci sarebbe stato spazio per alcuno nel suo utero.
 
Resi mia madre seminfelice per una vita intera.
avevo compiuto appena i miei primi anni.
 
Le labbra non ancora pronte agli sfioramenti.
Mai rasentai l'osceno.
 

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