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Una serie di osservazioni, che mi derivano dalla lettura dei commenti e dei post su Rossovenexiano, delle quali osservazioni desidero farvi partecipi onde iniziare una eventuale discussione sulle medesime. Questo, se le riterrete idonee quale stimolo per un vostro accrescimento di interesse.
  1. Ho notato che i commenti pubblicati quasi sempre manifestano, anche da parte dei più dotati, un curarsi della ricerca del significato, o dei significati scaturenti dalle composizioni, cioè di quanto l’autore voleva o avrebbe voluto dire;
  2. Ciò sta a significare, ma correggetemi se sbaglio, incentrare in modo predominante la propria attenzione sui pensieri, (oppure concetti) o sensazioni e sentimenti espressi dal compositore;
  3. Non è sbagliata, questa tipologia di commento, in quanto fornisce al creatore una risposta immediata da parte del lettore. Leggi anche soddisfazione che quanto da lui sentito è stato in qualche modo recepito. Viene quindi a crearsi in tal modo, tra artista e recettori, in genere anch’essi appassionati di creazioni poetiche, una sorta di empatia o simpatia che sono utili per stabilire comunanze di natura personale;
  4. Ciò non deve mai mancare e deve essere sicuramente incoraggiato. Per la verità, rientra anche tra gli scopi sociali di questa Associazione.
 
Quanto invece non emerge dai commenti, perlomeno raramente, e non viene, a mio modo di vedere, mai abbastanza messo in luce è un altro, non meno primario, degli scopi di questa Associazione.
Mi riferisco alla parte più strettamente artistica, per il cui incoraggiamento e salvaguardia Rossovenexiano direi, è nato.
Cercherò, in questa mia riflessione, di essere il più pragmatico possibile portando un solo caso di esempio.
Un’opera letteraria, come potrebbe essere una poesia od un breve racconto, può essere trasmessa sia a mezzo della scrittura che verbalmente attraverso la memorizzazione, e recitazione nel caso più semplice, come veniva fatto prima dell’avvento della scrittura
 
In ambedue i casi l’Autore, avvertito che si tratta di un’opera da trasmettere, prima di ogni altra cosa, ha l’obbligo verso di sé e verso gli altri, qualunque intuizione gli sia pervenuta dall’attenzione continua posta al mondo, qualunque riflessione o verifica abbia compiuto sulle percezioni avvalendosi delle proprie facoltà riflessive, di correttamente inquadrarla, sintetizzarla se ritiene, oppure di ampliarne i contorni. A tal fine, onde esternare quanto gli è corso dentro, il poeta o scrittore sa che potrà servirsi di un solo mezzo; il linguaggio. Il pittore la rappresentazione grafica, il musicista la musica, il coreografo i movimenti del corpo e così via fino al teatro o il cinema che permettono di ricorrere a più mezzi contemporaneamente.
 
Per fermarsi e trattenerci il più dettagliatamente nell’ambito di nostro interesse, quello della composizione letteraria, è necessario parlare dello strumento di cui ci si deve avvalere, come detto: il linguaggio. Conoscerlo perché, come si vedrà in seguito se pazienterete, (se sarò stato chiaro e non noioso) esso non solo è il fondamento, la scienza e insieme l’arte per esprimersi in questo campo, ma ne diviene, al termine dell’opera, anche la sola traccia che rimane.
Ed ecco perché un’opera, qualunque opera, si distingue da un prodotto; in quanto contiene in sé contenuto e forma.
Più tra questi due componenti è avvenuta una completa fusione, che tradotto vuol dire più il contenuto è stato dall’Artista riversato nella forma, più, per la nostra natura umana, noi l’apprezziamo. (Siamo fatti così!:D)
Ne riconosciamo la perfezione, la finitezza; rimane gradita, l'opera, ed impressa nella mente. Stimola; come a dire che “la finitezza stessa è a sua volta creatrice sia del soggetto che dei complementi”.
 
Fatta questa necessaria premessa, non mi dilungherò oltre, concludendo che anche commentare, cioè dimostrare da parte del lettore-collega, interesse a :
  1. Fonetica: e quindi tonalità, ritmi interni ed esterni, nella poesia dei giorni nostra dati più dalla cura dell’accentazione piuttosto che dal ricorso a rime baciate o non baciate o, ai tempi dei poemi persiani, greci e latini, nordici, dal conteggio dei “piedi”
  2. Metrica: lunghezza delle parole, dei versi, delle frasi e delle strofe. Infine del loro insieme.
  3. Morfologia: la categorizzazione grammaticale delle parole: soggetto, pronome ecc.
  4. Lessico: selezione estremamente precisa dei morfemi e delle parole utilizzate, sia per significato che per significante, cioè rimando a significati ulteriori contenuti, esplicitamente, per consonanza o assonanza ecc., nello stesso morfema o parola:
  5. Sintassi: regole codificate o create ex novo dall’autore, di composizione-dislocazione, (oggi logistica) delle parole, delle proposizioni, delle frasi, dell’intera opera;
  6. Codificazione già utilizzate da Letterati riconosciuti, quali figure retoriche ecc. le quali non sono solo abbellimenti o perfezionismi, ma hanno un significato ben preciso portatore di  messaggi ancor più intimi dello stesso parlato
 
significherebbe, per questa Redazione, avere un riscontro quanto mai gradito della preparazione, sensibilità linguistica ed artistica e perché no, dell’evoluzione privata e sociale in questa forma d’Arte dei nostri iscritti, alla quale ed ai quali siamo estremamente interessati per le funzioni sue, nostre e loro proprie.
Vi ringrazio ed ancora mi scuso per avervene amichevolmente accennato.
Ho speranza in tanti vostri benevoli commenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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