Scritto da © Piero Lo Iacono - Gio, 14/10/2010 - 19:28
Svibra l’attesa e s’impiuma
di garriti estivanti.
Svelte svolano le ultime rondini,
ebbre di svivere,
e ci svernano davanti.
Felici di cambiamenti.
La neve è caduta anche
nel tempo della tua estate.
E nella dissolvenza di una nebbia discorde
cerchiamo una patria lontana.
Una casa di fratellanze.
Il riposo di venire accettati.
Ma fiorita deve appassire.
Sgorgata asciugarsi.
E l’anello più non si addita.
È schianto ai vetri
di rondini
ingannate dalla trasparenza.
Si spalanca la finestra non scorta
sull’arsiccio davanzale sporcato.
(O è tutto nella mia testa
che mi tiene a distanza da questa giornata?)
Gabbiani guadano controvento.
Non so se
intonsi agnelli.
O deodorate libellule.
L’acqua diteggiano
con le punte delle ali.
Studiano dove piantare gli artigli
e ritentano il guizzo a gozzo spiegato.
Abbaiano le foche barbute.
Una barca di sughero
come un cucchiaio ci culla.
Il polso mi bussa e lo palpo.
Poi in un pugno lo rinserro.
E mi ritrovo ad ascoltare
il battito di una mano sola.
27-9-1992
»
- Blog di Piero Lo Iacono
- Login o registrati per inviare commenti
- 900 letture