Comincia questa “attività” ma il pensiero non resta … va oltre … nessuno parla ma pesano gli sguardi degli uomini nell’ascoltare le mie valutazioni senza senso accompagnate da direttive errate … come un malato che dopo anni ritorna dal coma mi ritrovo spaesato a chiedermi perché … perchè proprio oggi … perchè proprio tu … con i miei sogni occulto la quotidianità ben consapevole che la realtà non andrà via, che rimarrà in agguato pronta a mostrarsi prima o poi in tutta la sua crudeltà ... la porta chiusa ma la tua presenza aleggia in tutto il luogo … qui tutto sa di te, i mobili, gli oggetti, persino le pareti color pastello adorne di “calendari misti” per non “scontentare” nessuno … “posso entrare?” - un cenno di assenso della segretaria … busso … mi accogli con uno sguardo asettico pronto a divenire dolce quando la porta si richiude alle mie spalle … impacciato ti guardo e subito dal “lei” passi al “tu” … mi parli, forse ti ascolto … o forse no … ed io, forse rispondo o forse sussurro … chissà se afferri le mie idee, chissà se percepisci le mie emozioni quando mi prendi la mano per stringerla lievemente tra le tue … ancora tu, bella più che mai, ancora tu capace di parlare di lavoro come se stessi raccontando una fiaba, ancora tu col sorriso accattivante e allo stesso tempo accogliente … il tuo sorriso … si il tuo sorriso … Dio, se potessi lo porterei via con me … passi al di la della parete, gente che attende per parlare con te, capisco che devo andare … mi alzo mentre lentamente fai il giro della scrivania per stringermi in un abbraccio che mi accompagnerà per tutto il giorno … per tutta questa lunga giornata … o forse per tutta la vita … le labbra che si toccano per qualche istante o forse per l’eternità … adesso devo proprio andare … so che non ti fidi di me, in fondo nessun “branco” mi sostiene, ma vorrei comunque dirti che sei il mio desiderio, il mio sogno racchiuso in una bolla di sapone che va alla deriva spinta via dal vento del destino … una bolla di sapone così fragile che persino un soffio di cielo potrebbe danneggiare e quando questo accadrà il mio sogno andrà perduto … andrà perduto per sempre lasciando solo un tenue ricordo a lungo riflesso nel mio cuore … vorrei raccontarti tutto questo mentre ti guardo un’ultima volta prima di allontanarmi dalla stanza … vorrei supplicarti di proteggere quella bolla … vorrei dirti … vorrei dirti che “io ti amo” … ma non posso e allora, come in un vecchia favola, sostituisco quelle parole con altre ugualmente solenni: “ai Suoi ordini” e tutte le volte che le pronuncerò saprai che in realtà vorrò dire: “io ti amo” … sarà il nostro segreto … uno dei tanti … mi fermo ancora sulla porta per salutarti con un sonoro “buongiorno” pronunciato a voce alta affinché tutti sentano …
… “ai Suoi ordini” sussurro invece mentre mi allontano …
Maluan
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