Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 04/04/2010 - 17:43
«Io gli credevo. Avevo fiducia in lui. Lui rappresentava la patria, la continuità. Cosa volevi, Maria? Che mi mettessi coi comunisti?»
«Che c’entrano i comunisti? Sempre co’ ‘sti comunisti. Mica c’erano solo i comunisti nella Brigate partigiane. C’erano i bianchi, gli azionisti. E tu? Tu coi badogliani. Con quello. Già dopo Caporetto si sapeva chi era quello. E poi le guerre coloniali, ad ammazzare indigeni con l’iprite. Ma come si fa ad essere Badogliani? Giuseppe, dimmelo, come si fa?»
«Io non lo sapevo. Sapevo che lui era con il re…»
«E già, infatti era con il re, anche quando sono scappati e hanno lasciato Roma indifesa. Gli alleati ci avrebbero protetti e invece no. Hanno pensato solo a mettersi in salvo loro. E ci hanno lasciato qui, nelle mani dei nazisti. Tu che ne sai? »
«Io lo so. Io ero in montagna, mica a Brindisi con loro. Sarà stato mal consigliato, sai…»
«Si, proprio. Mal consigliato… come Mussolini. Sono sempre mal consigliati questi. Mai una responsabilità personale per le nefandezze che hanno commesso. Lo so che eri in montagna. Ma noi eravamo qui, Giovanni ed io. Qui a Roma, coi nazisti che imperversavano. Che ne sai tu? La città sembrava morta, morta. I nazisti ovunque, come un cancro. Ci difendevamo come potevamo. Sempre a scappare da una casa all’altra, con la paura di essere denunciati.»
«E certo. Io ero altrove. Giovanni ti era vicino…»
«No, non è questo. Troppo facile, Giuseppe. E’ che le scelte definiscono gli uomini. Io non ti amavo più. Non ti stimavo più. Tu hai fatto una scelta, ed io ho fatto la mia»
«Ma che c’entra la politica con l’amore? Noi pensavo di sposarci, di fare dei figli insieme. Tu mi hai tradito. Mi hai tradito: è questa la verità, e basta.»
«C’entra. Quando la storia prende il sopravvento sulle nostre storie personali, c’entra. Io non ti ho tradito. Siete voi badogliani che avete tradito gli italiani.»
E Maria se ne andò, sbattendo la porta. Stavolta per sempre.
«Che c’entrano i comunisti? Sempre co’ ‘sti comunisti. Mica c’erano solo i comunisti nella Brigate partigiane. C’erano i bianchi, gli azionisti. E tu? Tu coi badogliani. Con quello. Già dopo Caporetto si sapeva chi era quello. E poi le guerre coloniali, ad ammazzare indigeni con l’iprite. Ma come si fa ad essere Badogliani? Giuseppe, dimmelo, come si fa?»
«Io non lo sapevo. Sapevo che lui era con il re…»
«E già, infatti era con il re, anche quando sono scappati e hanno lasciato Roma indifesa. Gli alleati ci avrebbero protetti e invece no. Hanno pensato solo a mettersi in salvo loro. E ci hanno lasciato qui, nelle mani dei nazisti. Tu che ne sai? »
«Io lo so. Io ero in montagna, mica a Brindisi con loro. Sarà stato mal consigliato, sai…»
«Si, proprio. Mal consigliato… come Mussolini. Sono sempre mal consigliati questi. Mai una responsabilità personale per le nefandezze che hanno commesso. Lo so che eri in montagna. Ma noi eravamo qui, Giovanni ed io. Qui a Roma, coi nazisti che imperversavano. Che ne sai tu? La città sembrava morta, morta. I nazisti ovunque, come un cancro. Ci difendevamo come potevamo. Sempre a scappare da una casa all’altra, con la paura di essere denunciati.»
«E certo. Io ero altrove. Giovanni ti era vicino…»
«No, non è questo. Troppo facile, Giuseppe. E’ che le scelte definiscono gli uomini. Io non ti amavo più. Non ti stimavo più. Tu hai fatto una scelta, ed io ho fatto la mia»
«Ma che c’entra la politica con l’amore? Noi pensavo di sposarci, di fare dei figli insieme. Tu mi hai tradito. Mi hai tradito: è questa la verità, e basta.»
«C’entra. Quando la storia prende il sopravvento sulle nostre storie personali, c’entra. Io non ti ho tradito. Siete voi badogliani che avete tradito gli italiani.»
E Maria se ne andò, sbattendo la porta. Stavolta per sempre.
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