Scritto da © stellasenzacielo - Gio, 12/09/2013 - 19:54
Caterina Manfrini
Conto i grammi
di ciò che mi resta
e a pugno aperto
scivola via con leggerezza
[verso il fondo].
Mi sento di conficcare lo sguardo in cielo
per provare a ricercare il relitto di un tuo sguardo
e vedo che si è fatto più chiaro
e vedo che alle volte c'è un ululio denso al suo interno.
Ogni cosa è rimasta uguale,
niente è cambiato:
il rosso dei grani di sabbia
le spalle millenarie dei mandorli
ma c'è qualcosa di ancestrale e alieno
è come una presenza ancorata alla terra
la cui ombra veleggia sulle piume degli oceani.
Mi trovo lontana
uno schiaffo di balena mi ha sospinta
e sono vicina ai gemiti di quei gabbiani
fluttuo a mezz'aria
senza mai sapere dove e se deciderai di tornare.
È che a volte
[a volte]
manchi da morire.
di ciò che mi resta
e a pugno aperto
scivola via con leggerezza
[verso il fondo].
Mi sento di conficcare lo sguardo in cielo
per provare a ricercare il relitto di un tuo sguardo
e vedo che si è fatto più chiaro
e vedo che alle volte c'è un ululio denso al suo interno.
Ogni cosa è rimasta uguale,
niente è cambiato:
il rosso dei grani di sabbia
le spalle millenarie dei mandorli
ma c'è qualcosa di ancestrale e alieno
è come una presenza ancorata alla terra
la cui ombra veleggia sulle piume degli oceani.
Mi trovo lontana
uno schiaffo di balena mi ha sospinta
e sono vicina ai gemiti di quei gabbiani
fluttuo a mezz'aria
senza mai sapere dove e se deciderai di tornare.
È che a volte
[a volte]
manchi da morire.
Caterina Manfrini
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