Scritto da © Stefania Stravato - Mer, 28/11/2012 - 16:43
dentro fiumi senza nomi
le lentezze di correnti, vado
ombra taciuta
passo ponti di echi,
le braccia a croce
mi tiene nel verso della notte
il nervo denso del dolore
e mai toccano riva i fianchi
mai
l'oblio del petto che si sfonda
colpito di primosole
qualche respiro soltanto
tra i rami più audaci di un gelsomino precoce
o in attesa, flesso
in una piegatura di luna piena
che già si accosta al tocco del bronzo
con le dita dure d'amore
a compiere l'imperfezione
della mia rotta di silenzio
a strapparmi
le alghe dagli occhi
e nell'ultima curva del mio sangue
i semi ingravidati di neve.
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