Scritto da © Stefania Stravato - Dom, 26/05/2013 - 19:00
in questa trincea infinita
incompiuta e già sommersa di tempo mancato
a vegliare la sporgenza di un attimo
il grido di gabbiano
a poche miglia dalla costa
inaspettamente
a combaciare con la mia ferita
l'appartenenza della tua faccia mai vista
tra le continue sparizioni della via
senza nulla chiedermi
delle meteore d'argilla sul fondo degli occhi
percorrermi
con mani d'acquadimare
intanto che tremo
a memoria
il suono del bianco ciliegio
prima che si riappropri dell'oscurità migliore
la curva della nostra voce.
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