Scritto da © Stefania Stravato - Mer, 17/04/2013 - 16:23
E mi risali il verso della pelle
adesso
vieni avanti da ieri
a ritroso
sulle mie fughe
camminamenti delle mie notti
nei tuoi occhi ciechi
in petto
carcasse di gigli estinti.
Vertigini di nebbie
hanno dato i nomi alle stagioni delle tempie
precipizi allineati a morsi sulla schiena.
Tu non hai compreso che mi ha ammalato la neve.
Di quanta nostalgia di sangue e d'infelicità.
Così andiamo
con la voce di un ignoto già accaduto
sul dorso di un'aria che rinasce.
Ad un attimo dal fuoco.
Lì, dove le tue mani indurite d'amore
sono una sorte inesorabile che si compie.
A soffocare di altri baci la gola
contro il glicine che ci trattiene
allo splendore
e per un attimo il silenzio è suono di gocce fini
ed io ritorno
solo perchè sai ancora narrarmi
di vecchi delfini sbalzati sull'argento.
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- Blog di Stefania Stravato
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