Scritto da © Stefania Stravato - Gio, 18/04/2013 - 13:00
A chi somigli
dimmi
se non a quest'ombra che sta distesa sulla mia schiena nuda
e nel sangue
mi sospinge il rosso d'azalee
Così
amarti o prevederti
follia di un precipizio
o certezza di verdenuovo che mi sradichi a forza
o certezza di verdenuovo che mi sradichi a forza
dalla notte fonda
vertigine di ghiaccio
e mi sollevi
La via più turpe
sceglierai per amarmi
esplorandomi i fianchi al buio
devierò le folgori negli occhi
per raggiungerti dove il petto si congiunge al silenzio
A mani nude taglierò la pietra che ci seppellisce la voce
e verrò a prenderti
Verrò prima dell'ultima sera
Tu tienimi
In un sonno che nessun vento ferisce.
Dove posso parlarti senza voce
e tingerti il dolore di mille baci
non ucciderti
non uccidermi con urla mute
e se taci
griderò io il respiro che resta
coprendoci le spalle di un cielo freddo e duro
che sfregia tutte le rose sparse nel sangue
sia feroce allora
stringerti alla carne
ed inchiodarti
in una ferita lunga di appartenenza.
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